“Con l’inaugurazione della mostra di Alessandro Papetti il Museo MARCA si conferma una struttura culturale di altissimo livello, protagonista dell’arte contemporanea nel Mezzogiorno e del Paese.
L’esposizione, curata da Marco Bazzini, organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, presenta 50 opere, tra oli su tela e tecniche miste su carta, tra cui, per la prima volta, il ciclo dei paesaggi. Si tratta di un ulteriore anello di quella infinita ricerca, come testimonia anche il titolo in cui si saldano, a formare un nuovo neologismo, le parole paesaggio e interno che in arte definiscono due diversi generi pittorici. Infatti, le ultime tele che si aprono verso orizzonti dal sapore naturalistico, anche se rappresentano più luoghi mentali che naturali, prendono origine dal bisogno di uscire dal limite fisico e dal perimetro che caratterizza gli ambienti dipinti, protagonisti della serie pittorica precedente.
Il presidente della Provincia, inoltre, ha voluto ringraziare ancora una volta il notaio Rocco Guglielmo, direttore artistico del Marca per “la straordinaria attività svolta dalla Fondazione che è riuscita ha potenziare il ruolo del Museo come polo di attrazione per artisti di spessore internazionale e appassionati di arte contemporanea, nonostante le innegabili difficoltà che l’Ente intermedio affronta in questo momento di trasformazione normativa e riorganizzazione del sistema degli Enti locali – ha detto ancora Bruno -. Stiamo facendo grandi sforzi per mantenere alti i livelli di questa struttura, la cui gestione rientra nelle funzioni residuali della Provincia e quindi di competenza della Regione con cui dialoghiamo intensamente, a partire dal presidente Mario Oliverio, per favorire l’inserimento del Museo, come anche il Parco della Biodiversità dove è collocato il Marca Open, in una programmazione in grado di riservare importanti risorse in grado di mantenere elevata la qualità dell’offerta e fare di Catanzaro un polo di attrazione culturale e turistica”.
Come sottolinea Marco Bazzini: “Più che ritrarre un singolo soggetto, Papetti è oggi interessato a creare delle atmosfere, a gettare lo sguardo verso quel vuoto che soltanto la pittura può colmare perché non sempre quello che è dipinto rappresenta una delle gabbie mentali con cui ci relazioniamo con il mondo. Anzi, con i suoi paesaggi Papetti vuole indagare proprio la possibilità di produrre un pensiero che assomigli al mondo. È per questo che la rappresentazione umana, caratteristica nel tempo di diversi cicli nel cammino artistico di Papetti – si pensi ai primi ritratti segnalati da Testori – non appare mai in queste tele. Nessun specchio per chi guarda, nessun dramma in cui immedesimarsi”.
“Lavorare al MARCA è stata una splendida esperienza – ha affermato Alessandro Papetti – ci tenevo a portare proprio qui il tema del ciclo dei paesaggi, una testimonianza alta della ricerca del linguaggio della pittura che mi ha portato a scavare dentro di me e mi porta a costruire in maniera naturale uno sguardo che fa emergere sensazioni profonde”.