A Cleto ( un piccolo centro della catena Appenninica Calabrese) ieri e’ stata presentata la legge regionale sull ‘utilizzo dei locali geologicamente naturali per la stagionatura dei formaggi redatta dal consigliere Franco Sergio ed approvata in tempi record .
Oggi sarà possibile produrre questi formaggi anche in Calabria grazie a questa legge che ha ben interpretato le istanze che l ‘associazione Cletarte con il suo presidente Gaetano Cuglietta ed alcuni lungimiranti produttori con in testa Maria Procopio hanno saputo concretizzare sperimentando questo affinamento e seguendo le raccomandazioni dell’ esperto Renato Brancaleoni docente Alma . Questo nuovo metodo da’ un valore aggiunto anche al sistema borgo / territorio in una delle zone dell ‘ Appennino che rischia lo spopolamento. Ma soprattutto si aprono nuove opportunità di lavoro per i giovani e meno giovani che vogliono imparare l’arte dell’affinamento dei formaggi e concludere il percorso formativo delle scuole agrarie o alberghiere.
La bellezza del borgo e la particolarità dei prodotti di quel territorio ( olive, grano, formaggi) possono essere una buona attrazione che va oltre la bellissima manifestazione che già si svolge in estate con Cleto festival.
Questa esperienza, già presentata a Torino allo stand slow food Calabria in occasione del salone del gusto nelle edizioni del 2012 e 2014, sarà seguita con attenzione nell’ambito del progetto degli stati generali delle comunità dell’Appennino.
Questo un progetto che sembra una favola , di fiabesco ha solo l’atmosfera magica che si respira quando si arrriva a Cleto, alla sua rupe ,al castello. Un progetto che vede protagonisti i cittadini, i casari, i formaggi e le cisterne.
( Marisa Gigliotti, referente per Slow food Calabria del progetto Appennino) .