Calabria 1769. Storia vera di una donna. Cecilia Faragò l’ultima fattucchiera processata per stregoneria nel Regno di Napoli. Una microstoria che si affaccia dal passato e richiede un ascolto, uno
spiraglio di redenzione che risale dai secoli. Una voce di quel mondo di storie disperse che formano la memoria negata del genere femminile.
Non un semplice monologo, ma un’interazione di voci. Un linguaggio denso e terrestre come humus,
impastato di un materiale verbale pieno e screziato. Il corpo è utilizzato come strumento della narrazione che coinvolge lo spettatore in una esperienza sensoriale potente, poetica e parossistica.
Scritto da Emilio Suraci ed Emanuela Bianchi
Adattamento e interpretazione di Emanuela Bianchi
aiutoregia e scenografia Lubì
tecnico luci Giorgia Boccuzzi
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