Migliorare l’assistenza nel percorso nascita in Calabria e garantire il diritto alla scelta del luogo del parto, sulla base dei dati del primo studio condotto dai Collegi delle ostetriche di Cosenza e Reggio Calabria, intervistando circa 1000 donne calabresi.
Nel corso del convegno saranno illustrati i dati della ricerca Cosa dicono le donne, un’indagine condotta in Calabria intervistando le donne in gravidanza e nel post-partum, relativamente alle procedure riscontrate, al grado di soddisfazione di bisogni ed esigenze, agli esiti a distanza. Uno studio sul campo, coordinato da Michele Grandolfo, già dirigente ricerca Iss, i cui risultati sono preziosi per valutare le politiche sanitarie regionali, chiamando tutti gli attori coinvolti (operatori sanitari, politici, donne) a impegnarsi ognuno per le proprie competenze a migliorare l’assistenza in linea con le disposizioni nazionali e regionali.
Un’eccezionale occasione di discussione e riflessione su un tema cruciale, quindi, alla quale parteciperanno Riccardo Fatarella, dirigente generale Dipartimento salute Regione Calabria, Michele Grandolfo, Caterina Masè, responsabile ostetrica sala parto dell’ospedale di Trento e Anna Vitelli, coordinatrice ostetrica consultorio di Trebisacce (Cs). A presiedere i lavori saranno Anna Domenica Mignuoli, presidente del collegio delle ostetriche di Cosenza, e Paola Infortuna, presidente del collegio delle ostetriche di Reggio Calabria. A seguire si svolgerà una tavola rotonda – moderata da Alessandra Battisti, avvocato e legal coordinator Human Rights in childbirth Italia, e conclusa da Franco Pacenza, delegato alla sanità Regione Calabria – alla quale parteciperanno operatori, politici, associazioni di volontariato del settore materno-infantile, con l’obiettivo di discutere le prospettive future per un’assistenza secondo gli standard definiti dalle linee guida e i bisogni di mamme e bambini del territorio calabrese. Studi recenti indicano che la salute viene delineata durante il periodo primario (dal concepimento fino al primo anno di vita) e che il modo in cui si viene al mondo ha effetti sulla salute di mamma e bambino a breve, medio e lungo termine: è dunque fondamentale sentirsi tutti coinvolti nel migliorare le pratiche assistenziali del percorso nascita e dei primi mille giorni di vita.
Da questo quadro emerge che sono necessarie modifiche profonde al sistema, ma intanto si possono intraprendere iniziative per ridurre le pratiche inappropriate (per esempio eccesso di ecografie, episiotomie e induzioni di routine che aumentano il rischio di taglio cesareo o trauma perineale) e promuovere quelle appropriate (contatto pelle-pelle immediato e prolungato tra mamma e bimbo, rooming in per il miglior avvio dell’allattamento); valorizzare i consultori e il ruolo delle ostetriche al loro interno per l’accompagnamento alla nascita e al post-parto; rimborsare il parto extra-ospedaliero; istituire il ricettario ostetrico come raccomanda la Ue, immaginare una casa maternità e reparti ospedalieri a conduzione ostetrica. Tutte buone pratiche alla base di un processo di cambiamento che le cittadine e i cittadini calabresi chiedono come ormai indispensabile per migliorare la qualità della vita loro e dei loro figli.
Ufficio stampa Convegno “Il percorso nascita nelle province di Cosenza e di Reggio Calabria”.