“Per combattere l’emergenza-siccità la Regione Calabria costituirà una “task force” formata da rappresentanti della stessa Regione Calabria, dei Consorzi di bonifica, di Sorical e dell’ Università della Calabria”.
“Per quanto riguarda il secondo pilastro che attiene alla gestione e all’ammodernamento delle reti -ha aggiunto Oliverio- credo che i Consorzi di Bonifica debbano svolgere un ruolo importante. Essi hanno una funzione specifica, sono espressione di interessi del mondo agricolo, delle aziende e delle imprese, e non hanno bisogno di nessun ulteriore riconoscimento. Personalmente non ho mai avuto, nei loro confronti, posizioni pregiudiziali o atteggiamenti liquidatori. La loro funzione rispetto all’ammodernamento e all’innovazione delle reti è importante sia dal punto di vista progettuale, che realizzativo e organizzativo. L’unico problema che pongo alla vostra attenzione e su cui vi chiedo di riflettere è quello che riguarda, soprattutto in un periodo di vacche magre, la razionalizzazione della struttura consortile. Tutto ciò in piena coerenza con la nostra scelta di liberare risorse per investirle in settori veramente produttivi. E’ per questo motivo che abbiamo deciso di chiudere i mulini degli sprechi e delle clientele che fino al 10 dicembre del 2014 sono stati largamente foraggiati ed alimentati attraverso un approccio consociativo che non ha suscitato nessuna protesta e nessuna levata di scudi. Siamo partiti con gli stivali nel fango e stiamo bonificando il terreno fangoso e putrido in cui ci siamo dovuti muovere. E’ troppo facile dire che le cose non vanno. Chi ha mai detto il contrario? Il problema è vedere verso quale direzione di marcia si procede. In tre anni di governo regionale, seppur timidamente, il trend è cambiato: segnali positivi hanno preso il posto dei segnali negativi”. “Questo trend -ha concluso il presidente della Giunta regionale- va ora incoraggiato e sostenuto. Bisogna farlo costruendo un’alleanza che non significa rinunzia al dissenso e alle critiche e che si fondi non sullo scambio, sul “do ut des”, ma su un progetto che abbia una bussola che trovi i suoi punti di riferimento nella legalità, nell’affermazione dei diritti e nella costruzione del bene comune. Considero fondamentale il metodo dell’ascolto e del confronto perché una regione come la nostra può realizzare obiettivi di crescita, di recupero dei ritardi accumulati nei decenni, solo se c’è un concorso di energie che opera e solo se ognuno, per la propria, parte “tira” nella direzione giusta e, soprattutto, se afferma una cultura nuova, la diffonde e la fa diventare lievito di una crescita complessiva della società calabrese”.