La Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha proceduto alla confisca dei beni, per un valore complessivo pari a 7 milioni di euro, di un imprenditore di Lamezia Terme, Francesco Cianflone, ritenuto essere contiguo al clan di ‘ndrangheta Giampà di Lamezia Terme e già arrestato nel 2013 nell’ambito dell’operazione PIANA per associazione per delinquere di stampo mafioso, insieme ad altri tre imprenditori.
Nell’ambito della citata operazione gli investigatori della D.I.A., coordinati dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, ricostruirono anche mediante l’analisi delle dichiarazioni rese da noti collaboratori di giustizia del comprensorio lametino, dissociatisi dopo il loro arresto proprio dal clan mafioso GIAMPA’, la fitta rete di interessi economici che legava certa imprenditoria agli ambienti della criminalità organizzata locale.
Questa mattina sono stati resi noti i dettagli dell’operazione:
Il procuratore vicario della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, ha sottolineato l’importanza di “colpire i beni della ‘ndrangheta, l’unico vero punto debole delle cosche dal momento che rende vana l’attività delittuosa messa in atto per realizzarli”. La lotta ai patrimoni illeciti, ha sottolineato il capo centro della Dia di Reggio Calabria Gaetano Scillia, è uno dei compiti principali della Dia, “e la sezione di Catanzaro ha già provveduto al sequestro di beni per 400 milioni. L’aggressione al patrimonio è quello che le cosche percepiscono come il vero pericolo perché gli arrestati si possono rimpiazzare, ma i beni confiscati è difficile rifarli”.
Comprende un’impresa di costruzioni, un appartamento, terreni, mezzi meccanici e automezzi e rapporti finaziari il patrimonio, stimato in 7 milioni di euro, che stamane gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro hanno confiscato all’imprenditore sessantenne Francesco Cianflone, attualmente imputato per associazione per delinquere di stampo mafioso, arrestato nella primavera del 2013 nell’ambito dell’operazione “Piana”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese, che avrebbe disvelato la contiguita’ di alcuni imprenditori con la cosca Giampa’ di Lamezia Terme (Cz). I beni confiscati, in particolare, comprendono le quote ed il compendio aziendale della “Costruzioni s.r.l.”, con sede ad Amato (Cz), operante nel comparto edilizio; 140.000 mq di terreni prevalentemente agricoli; un appartamento; 37 beni mobili registrati fra i quali numerosi mezzi da cantiere e 23 rapporti finanziari.
Il decreto di confisca eseguito in data odierna, a seguito del sequestro operato nel 2014, è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro ai sensi del c.d. codice antimafia e trae origine da una proposta avanzata dal Direttore della Direzione Investigativa Antimafia che si fonda sugli esiti di indagini patrimoniali, svolte dalla Sezione Operativa di Catanzaro e interessanti un arco temporale compreso tra il 1996 ed il 2012.