Il 23 maggio parteciperanno alle celebrazioni istituzionali nell’Aula bunker dell’Ucciardone e ai due cortei che si ricongiungeranno sotto l’albero Falcone per il minuto di silenzio. Il programma completo delle iniziative presentato nella sede della Rai a Roma
Strage di Capaci: il 23 maggio oltre 70 mila studenti a Palermo, il programma delle iniziative
Saranno oltre 70 mila gli studenti che il prossimo 23 maggio parteciperanno alla manifestazione #PalermoChiamaItalia per dire in coro “no a tutte le mafie” e per ricordare le stragi di Capaci e via d’Amelio in cui persero la vita i giudici Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti delle loro scorte Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Rocco Dicillo, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Claudio Traina.
“Nessuno di noi – racconta Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone – quel 23 maggio di 27 anni fa avrebbe immaginato che un giorno tragico, un giorno di dolore e lutto, sarebbe stato l’avvio di una trasformazione profonda del nostro Paese, l’inizio di un percorso che migliaia di studenti, migliaia di persone hanno da allora intrapreso portando avanti le idee di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e di tutti gli uomini e le donne dello Stato che sono morti per mano della mafia.
Vedere ogni anno Palermo invasa dai ragazzi che partecipano alle manifestazioni organizzate per l’anniversario delle stragi è una gioia immensa e al tempo stesso la dimostrazione che il lavoro quotidiano nelle scuole e nelle Università che la Fondazione Falcone e il Miur svolgono ha un valore inestimabile e rappresenta lo strumento più efficace per creare una coscienza antimafiosa nelle nuove generazioni.
Solo una rivoluzione culturale profonda consente di vincere la battaglia contro la criminalità organizzata”.
“Quella che vedremo il 23 maggio a Palermo e in centinaia di istituti in tutta Italia – spiega il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti – sarà una ‘scuola viva’ animata dall’insegnamento di importanti servitori del nostro Stato che hanno dato la vita per liberare il loro Paese dalla mafia, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
E da valori di giustizia e di rispetto che devono trovare concretezza nella nostra quotidianità. A 27 anni di distanza, continuiamo a ricordare questi martiri del nostro Stato perché la loro testimonianza e il loro sacrificio non vadano perduti. Perché le nuove generazioni sappiano che l’Italia del 2019 è debitrice nei confronti di quegli uomini.
E che ancora tanto rimane da fare: le nostre società hanno anticorpi per reagire al fenomeno mafioso, alla violenza, alla sopraffazione.
Ma non ne sono immuni. Ed è per questo che dobbiamo investire sull’educazione dei nostri giovani: diffondere la cultura del rispetto e della legalità è fondamentale se vogliamo costruire una comunità giusta e in pace”.
In foto i volontari impegnati per il #23maggio