Nuovo appuntamento con la residenza teatrale “MigraMenti Off” sabato 13 febbraio al Teatro comunale di Badolato. Alle ore 21.15, nell’ambito della programmazione proposta dall’associazione Teatro Del Carro Pino Michienzi, per la sezione dedicata agli artisti emergenti premiati nei più importanti festival del teatro italiano, salirà sul palco “Antropolaroid” di e con Tindaro Granata che arriva a Badolato proprio dopo aver ottenuto preziosi riconoscimenti in tutta Italia per l’originalità e l’innovazione che rappresenta per la scena italiana. Per citarne qualcuno, Granata ha vinto il Premio Mariangela Melato come attore emergente, quello della giuria popolare della Borsa teatrale Anna Pancirolli, il Premio ANCT dell’Associazione nazionale dei critici nel 2011, il Fersen in qualità di Attore creativo nel 2012.
Attraverso la tecnica antica del “cunto”, infatti, Granata non narra il racconto, ma lo lascia portare in scena ai vari personaggi, attraverso i dialoghi fra loro; e lo fa in siciliano, in piena linea con l’indirizzo culturale voluto dal Teatro del Carro che alla lingua originaria ha da sempre riservato grande attenzione.
Antropolaroid, prodotto da Proxima Res, comincia con il suicidio di Francesco Granata, nel settembre del 1925, che compie il gesto dopo aver scoperto di avere un tumore incurabile.
La moglie, incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria Casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco.
La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro, facendo la “fuitina”. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor Badalamenti apre una falegnameria.
Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978. Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il nipote del boss del suo paese di origine, Patti.
Il giovane Tino (nipote del boss), dopo che il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi.
Per informazioni: www.residenzateatrobadolato.it