A pochi giorni dal deposito della sentenza del TAR Lazio – che ha fatto chiarezza sullo scioglimento del Consiglio Comunale di Badolato per infiltrazioni mafiose – “Badolato Rinasce” esprime sconcerto e forte preoccupazione per la conferma del quadro di pervasiva illegalità emerso presso il nostro Municipio negli ultimi anni…
Conoscendo le varie fasi che hanno portato a tale epilogo, a cominciare dall’analisi del pregresso decreto di scioglimento, le motivazioni non possono certo sorprendere e cogliere impreparati.
Quando abbiamo scelto di dare vita al nostro progetto per portare avanti la rinascita di Badolato sapevamo da dove ripartire e soprattutto sapevamo cosa fosse indispensabile evitare.
Era chiaro che bisognasse rompere con il discusso passato, sia con persone valide che con il modo di operare, avviando un netto percorso di discontinuità. A cominciare dal capolista, che noi abbiamo scelto in una figura di grande carisma, presidio di legalità e prestigio come Mimmo Scuteri.
Ora le 15 pagine di motivazioni della sentenza del TAR Lazio sono durissime e ci pongono dinanzi a sfide e decisioni da prendere con risolutezza nell’interesse della Comunità: il rischio che oggi corre il nostro Comune, difatti, è quello di subire altri gravi provvedimenti, da cui potrebbe non riprendersi più, perché non c’è mai limite al peggio. E oggi il peggio per Badolato sarebbe un nuovo scioglimento.
Il problema a questo punto diventa l’attuale sindaco Mannello: che egli sia sotto processo per fatti riguardanti la vicenda portuale (estorsione aggravata da modalità mafiosa) lo sanno anche i muri. Se abbia altre pendenze penali di ulteriore gravità glielo abbiamo chiesto all’ultimo consiglio con apposita interrogazione. Non ci ha voluto rispondere. Il che non tranquillizza per nulla.
Ma del fatto che lo stesso Mannello sia stato responsabile dell’area amministrativa nel periodo 2010-2013, proprio negli anni più bui che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale – a questo punto – è bene si cominci a parlare.
E, per la situazione creatasi, chiediamo all’attuale sindaco Mannello tre cose:
a) di leggersi per bene il decreto di scioglimento (alla Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Bindi, aveva incredibilmente detto di non averlo letto…); b) di leggersi la sentenza del TAR Lazio che gli consentirà di capire meglio il decreto di scioglimento; c) di dimettersi.
Se per noi era ovvio non fosse persona idonea a fare il sindaco di Badolato già al momento della sua candidatura (quando ha dimostrato poco buon senso e scarso amore verso la nostra Comunità, che metteva di nuovo sotto i riflettori) oggi è evidente come la sua condizione rischi concretamente di causare l’arrivo di una nuova Commissione di Accesso e Badolato questo rischio non se lo può permettere.
Per tale ragione gli chiediamo di fare un gesto di buon senso. Lo stesso che chiediamo ai suoi consiglieri. Lo stesso che avrebbe dovuto fare, da subito, il suo predecessore – Nicola Parretta – evitando un’inutile agonia e uno strascico anche peggiore presso il TAR, che ha portato alla mancata sospensiva alla vigilia del voto e oggi a questa durissima sentenza.
Dimettersi. Badolato non può più permettersi una nuova pagina nera.
Badolato Rinasce, 09 ottobre 2016.