Comune di Catanzaro con la maggioranza in crisi, la sen. Bianca Laura Granato: si dimettano anche per evitare l’onta dello scioglimento per infiltrazioni mafiose
“Davanti alla sceneggiata napoletana, con tutto il rispetto della nobile arte del teatro partenopeo, andata in scena questa mattina in quella che dovrebbe essere la massima espressione democratica della città Capoluogo di regione, non sappiamo se c’è da ridere o da piangere.
Mentre Catanzaro attraversa, come il resto del mondo, le difficoltà drammatiche di una pandemia diventata emergenza anche economia, la maggioranza al governo del Comune si spacca, litiga e si accapiglia per nobili motivi come: un posto in Giunta, i riassetti pre-elettorali per decidere di candidature e dintorni.
E’ arrivato il momento di calare il sipario: la musica è finita, e gli amici se ne dovrebbero andare tutti a casa”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (M5S) in merito alla situazione politica che sta attraversando la maggioranza di centrodestra al governo del Comune di Catanzaro.
“Questa amministrazione comunale continua ad essere attenzionata dalla Procura di Catanzaro, e questo non ce lo inventiamo noi ma lo raccontano di fatti: la Prefettura, dopo chili di faldoni relativi all’inchiesta “Farmabusiness” chiede di avere le carte di “Basso profilo”.
Le due inchieste relative agli inquietanti intrecci tra ‘ndrangheta, imprenditori e politici, sono collegate in maniera stretta – afferma ancora la senatrice Granato – e parlano di presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione della cosa pubblica, di consiglieri comunali eletti in maniera a dir poco discutibile.
Un accesso antimafia al Comune di Catanzaro sarebbe quanto mai opportuno, sebbene devastante per la gestione ordinaria e soprattutto per l’immagine di una città già seriamente provata dal punto etico e morale.
Nel mese di dicembre ho presentato una interrogazione al ministro dell’Interno per chiedere se non reputasse opportuno, nell’ambito delle proprie competenze, sollecitare le autorità amministrative competenti ‘a verificare l’emersione degli elementi di cui all’articolo 143, comma 1, del Tuel, relativi ai collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare, nel Comune di Catanzaro’.
Da oggi ad allora non è cambiato nulla, anzi. L’inchiesta “Basso Profilo” aggrava ulteriormente il quadro della situazione, la sussistenza di elementi che giustificherebbero un accesso della commissione antimafia a Palazzo de Nobili, e il rischio concreto di uno scioglimento del consesso che vorrebbe dire non poter tornare al voto prima di 18 mesi, mettendo il Comune nelle mani di commissari prefettizi che si limiterebbero alla gestione dell’ordinario.
Questa maggioranza, quindi, mai come in questo momento, ha l’opportunità di dimostrare il senso di responsabilità che non ha mai avuto nell’amministrare la città: si dimetta per restituire la parola ai cittadini, e la dignità della politica come servizio, che pensa al bene comune e non agli interessi singoli, quelli che distruggono e rubano il futuro ai nostri figli”.