In una interrogazione presentata ieri al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, e al Ministro della Salute, Roberto Speranza, la senatrice Bianca Laura Granato chiede notizie in merito alle iniziative del Governo per contribuire al risanamento effettivo della sanità calabrese per “giungere al più presto all’erogazione di servizi ai cittadini confacenti ai principi costituzionali di uguaglianza e buon andamento nel settore sanitario”.
L’interrogazione arriva a pochi giorni dalla decisione della Corte costituzionale che nella sentenza n. 168 del 2021 ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, recante misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria nella parte in cui non prevede che al prevalente fabbisogno della struttura commissariale provveda direttamente lo Stato e nella parte in cui, nell’imporre alla Regione di mettere a disposizione del commissario ad acta un contingente di venticinque unità di personale, stabilisce che tale entità costituisce un ‘minimo’ anziché un ‘massimo’.
“La Consulta, nella medesima decisione, depositata il 23 luglio scorso, ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 6, comma 2, del citato decreto-legge, nella parte in cui non prevede, in alternativa alla presentazione e approvazione del programma operativo di prosecuzione del piano di rientro per il periodo 2022-2023, l’approvazione del nuovo piano di rientro presentato dalla Regione ai sensi dell’art. 2, comma 88, secondo periodo, della legge finanziaria 2010 – di legge nell’interrogazione presentata dalla senatrice Granato -. Secondo i giudici costituzionali si è verificata una situazione paradossale nel commissariamento della sanità calabrese, avendo fatto il Governo, dunque, un uso improprio del potere sostitutivo di cui all’articolo 120 della Costituzione,con l’obiettivo di colmare il grave gap assistenziale evidenziato nella regione Calabria ma senza predisporre i giusti mezzi a superarlo, al punto che nella decisione della Corte si fa riferimento al “carattere della sproporzione” dello strumento attivato attraverso la nomina del commissario ad acta, non assistito da una struttura adeguata. Appare dunque evidente che, sinora, il commissariamento si sia basato su una sostituzione formale e non sostanziale, riservata solamente all’organo di vertice, non avendo affrontato lo Stato, in modo congruo, le inadempienze dell’amministrazione territoriale”.
La senatrice Granato, quindi chiede di sapere: “Quali siano le intenzioni del Governo per contribuire al risanamento effettivo della sanità calabrese, anche alla luce delle gravi carenze nell’attivazione del potere sostitutivo evidenziati dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 168 del 2021, onde giungere al più presto all’erogazione di servizi ai cittadini confacenti ai principi costituzionali di uguaglianza e buon andamento nel settore sanitario”.