“La Calabria torna in ‘zona arancione’ ma la situazione è decisamente preoccupante: contagi alle stelle, ieri abbiamo sfiorato i seicento casi, una provincia – quella di Cosenza – in serie difficoltà sanitarie e gestionali, ospedali al collasso a causa dei posti letto esaurito, vaccinazioni a rilento, e soprattutto malati (non solo di covid) abbandonati a se stessi a causa della incapacità e dell’inefficienza di chi dovrebbe occuparsi di loro con la massima attenzione dovuta a chi soffre.
In questo scenario tutt’altro che rassicurante ci tocca assistere agli sketch del presidente facente funzioni della Regione che trova il tempo di andare allo stadio per tifo di convenienza, giacché la campagna elettorale è già arrivata”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (Alternativa c’è-Misto).
“Come è possibile – si chiede ancora Granato – che con questi numeri drammatici anche sul fronte dei decessi, con una situazione critica e preoccupante nelle corsie degli ospedali, e le cronache quotidiane che ci raccontano di malati che non riescono ad accedere alla cure, che vengono ‘dimenticati’ dal sistema sanitario che dovrebbe curarli, le risposte della massima autorità regionale siano queste? A fronte delle gravissime denunce del sindaco Alecci, nessuna risposta istituzionale seria”.
“Il diritto al lavoro di tutte quelle piccole e medie imprese, delle attività come parrucchieri, centro estetici, negozi di abbigliamento e molte altre penalizzate nelle chiusure a singhiozzo, che hanno il sacrosanto diritto di riaprire in sicurezza, deve essere accompagnato dalla tutela del diritto alla salute che resta prioritario. Come ha intenzione di prendersi cura dei calabresi, Spirlì, ora che la regione è tornata in zona arancione ex lege, ma probabilmente non de facto?
Aver trasformato gli ospedali in centri Covid, senza la creazione di percorsi dedicati e quindi senza strutture ad hoc per evitare il contagio, ha messo in pericolo ulteriormente la vita dei calabresi, e soprattutto delle categorie fragili che non vengono tutelate, prima di tutto da una campagna vaccinale lenta ed improvvisata sulla quale le nostre richieste di chiarimenti ai vari commissari non hanno ancora ricevuto risposta . Occorre – afferma ancora Granato – richiamare alla responsabilità tutte le istituzioni competenti: campagna vaccinale efficiente, innanzitutto.
“Apprendiamo che la piattaforma regionale funziona a singhiozzo e tanti ultra ottantenni e pazienti fragili che dovrebbero essere vaccinati a domicilio non ricevono alcuna risposta, mentre i protocolli vaccinali che vengono eseguiti attraverso più canali simultaneamente e senza programmazione creano solo caos, determinando il dato chela media dei vaccinati è tra le più basse d’Italia – conclude Granato -.
Le misure restrittive vanno adottate dove è necessario, per non penalizzare tutto il territorio: non si può continuare a chiedere continui sacrifici a cittadini, imprenditori, esercenti, ristoratori, studenti senza la possibilità di avere un orizzonte temporale chiaro ma soprattutto non si possono lasciare senza vaccino le categorie fragili. Serve una visione, quella che continua a mancare a quel tipo da stadio che governa la Regione da ‘effe effe’”.