Negli anni passati la giunta regionale della Calabria prendeva atto del fallimento dell’Afor (azienda forestale regionale) e creava una nuova azienda col nome Calabria Verde, scevra dai milionari debiti di Afor. In questa nuova azienda doveva transitare la parte degli operai idraulico-forestali regionali, mentre altri venivano impiegati presso i consorzi di bonifica.
Non entrando nel merito delle scelte che appartengono alla politica, fermo restando che i debiti di Afor dovranno essere onorati a spese dei calabresi, alcune considerazioni sull’impiego della forza lavoro bisogna farle.
“Attraverso un confronto con alcuni capisquadra e dall’esame de visu”, ci riferiscono, “si è constatato che alcuni degli operai vengono impiegati per le pulizie degli alvei fluviali. Ottima iniziativa si direbbe!! Ma non è così purtroppo!
Gli operai sono impiegati per la pulizia solo manualmente, senza l’ausilio di alcun utensile (decespugliatore, motosega ecc), in quanto gli stessi impossibilitati ad acquistare la benzina necessaria. In pratica i lavori vengono svolti esclusivamente con la forza delle braccia. Ma oltre a questa situazione paradossale, si è constatato che i lavori di pulizia eseguiti manualmente sono del tutto inutili in alcuni casi.
Infatti su alcune aste fluviali è prevista la messa in sicurezza con interventi previsti dal Genio Civile e/o ufficio del commissario per l’emergenza dissesto idrogeologico. In pratica gli operai di Calabria Verde puliscono con falce ed accetta sugli stessi siti dove poi interverranno i mezzi meccanici, nella totale indifferenza degli uffici regionali e con dispendio di denaro pubblico”.
Si deduce quindi che l’intervento eseguito dagli operai sia del tutto inutile, attesi i lavori di ripristino di officiosità idraulica con mezzi meccanici.
Ci si chiede, a questo proposito, se sia tanto difficile coordinare gli interventi e come sia possibile che uffici dello stesso ente (regione) non comunichino tra di loro?!
Intanto si apprende che si procederà, in tempi brevi, alla sistemazione della fiumara Beltrame (progetto da due milioni di euro), mentre entro primavera partiranno i lavori, sempre nel soveratese, sul fiume Ancinale e affluente Turriti.