Da lunedì tremila studenti calabresi non avranno più il loro dirigente scolastico.
In sei dovranno lasciare l’incarico a metà anno e raggiungere la regione Lazio. Il Miur, infatti, ha comunicato che «nel caso in questione concernente la mobilità interregionale di sei dirigenti scolastici, non si possa ravvisare la presenza di un superiore, generale interesse pubblico tale da giustificare l’attivazione della procedura…».
Il motivo? Tutte le Corti dei Conti hanno registrato i contratti dei presidi trasferiti da una regione all’altra, tranne quella della Calabria che ha ricusato il visto obbligando l’Ufficio scolastico regionale a rispedire indietro i presidi. L’Ufficio scolastico regionale ha chiesto aiuto al Miur: ma non c’è stato nulla fare. Nel bel mezzo dell’anno scolastico è adesso caos in sei sedi scolastiche della Calabria, la cui gestione sarà affidata a reggenti. Le sei professioniste trasferite, a loro volta, andranno a prendere i posti dei loro colleghi che si trovano a dirigere gli istituti nel Lazio dallo scorso settembre.
Questi i dirigenti “spediti” nel Lazio: Lisa Aloise (Istituto comprensivo di Fagnano Castello), Elisabetta Zaccone (Istituto Ferrari di Chiaravalle Centrale), Maria Cristina Rippa (Ios di Longobucco), Anna Maria De Luca (Istituto comprensivo di Falerna), Maria Rosaria D’Alfonso (Istituto Comprensivo Rocca Imperiale) e Lucia Scuteri (Istituto comprensivo di Badolato).
Da due giorni nelle sei scuole sono in corso manifestazioni di proteste di studenti, genitori e amministratori. A sostegno dei presidi sono partite anche le raccolte di firme.
Dal loro canto le “trasferite” hanno già annunciato ricorso contro il provvedimento. E nel caso di vittoria in tribunale dovranno abbandonare le scuole assegnate nel Lazio e ritornare in Calabria. Un caos nel caos. E disagi per i sei dirigenti che adesso dovranno anche trovare in breve tempo una soluzione abitativa nel Lazio e salutare le rispettive famiglie.
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