La denuncia di Mimmo Donato: “Il Governo ha fatto una cavolata. Neanche l’Asp adesso sa come muoversi”
Un cortocircuito burocratico. L’ennesimo. E così che il progetto di riconversione dell’ex ospedale “San Biagio” di Chiaravalle Centrale in Casa della Salute rischia, ancora una volta, di saltare.
A denunciarlo è il sindaco, Mimmo Donato, protagonista di una conferenza stampa “infuocata” presso la sede municipale di via Castello.
Nel mirino il cosiddetto “Decreto Calabria” varato dal governo nazionale per rimettere in sesto la sanità nella nostra regione.
Ma c’è una norma di quel provvedimento che entra a gamba tesa proprio sui tempi di realizzazione della nuova Casa della Salute di Chiaravalle.
“Il Decreto – ha spiegato il sindaco – stabilisce vincoli stringenti su acquisti e forniture, che il Servizio sanitario calabrese dovrà, d’ora in avanti, effettuare attraverso la centrale nazionale per gli acquisti della Pubblica Amministrazione (Consip), oppure attraverso le centrali di committenza di altre regioni”. E in questo calderone “potrebbe ricadere anche l’edilizia sanitaria che non sarebbe più gestita a livello calabrese”.
“Una cavolata” secondo il sindaco di Chiaravalle, che andrebbe a dilatare enormemente i tempi per l’avvio dei cantieri e la realizzazione della tanto agognata Casa della Salute che sembrava ormai in dirittura d’arrivo.
Ma il condizionale è d’obbligo, ha precisato Donato, “perché neanche la direzione generale Asp di Catanzaro ha ben capito come muoversi, a questo punto”. Il sindaco ha già incontrato il generale Saverio Cotticelli, commissario della sanità in Calabria, in un estremo tentativo di chiarire i termini del problema.
“Lo stesso Cotticelli si è immediatamente attivato presso il ministero della Salute per chiedere spiegazioni” ha rivelato Mimmo Donato che non ha risparmiato critiche al governo per un atto “che rallenta le opere anziché renderle più veloci”.
Nel ringraziare l’architetto Carlo Nisticò, dell’Asp di Catanzaro, “per il fattivo impegno e la collaborazione” il sindaco ha concluso auspicando “tempi certi per un’opera attesa da anni”.
In caso contrario, “si tornerà di nuovo in piazza a protestare. Chiaravalle è stanca di aspettare”.