“La notizia della probabile chiusura di un’attività storica e prestigiosa come quella che da decenni è rappresentata nel cuore del centro storico di Catanzaro dal bar “Imperiale” suscita prima di tutto sgomento e preoccupazione, prima di tutto per le sorti di quanti ci lavorano con professionalità e cortesia.
Ma, nello stesso tempo, sollecita una riflessione seria sulle azioni concrete che tanto l’amministrazione comunale, quanto le associazioni di categoria, gli esercenti, i commercianti, i sindacati e gli stessi cittadini devono insieme elaborare e mettere in campo per affrontare in maniera concreta la questione irrisolta del rilancio del centro storico”.
E’ quanto afferma il segretario provinciale di Confartigianato Catanzaro, Raffaele Mostaccioli.
“Una valorizzazione e un recupero che non può che ripartire dall’individuare nelle potenzialità dimenticate di questa parte della città quella che è stata la sua identità culturale, e nello stesso tempo dagli aspetti più interessanti di aspetti merceologici che possono farlo diventare attrattivo – afferma ancora Mostaccioli -.
Da tempo le associazioni di categoria, tra cui Confartigianato, sostengono che l’inserimento di attività ‘food’ di qualità possa rappresentare una exit strategy al rischio desertificazione che, nonostante gli sforzi di coraggiosi e determinati eserciti, esiste.
Nel caso specifico del bar “Imperiale” incide il rapporto fra proprietà dei locali e titolari dell’attività è, e rimane, di natura esclusivamente privata visto che è sfociato in una lunga e articolata vicenda giudiziaria, oggi diventato contenzioso giuridico.
Ma in quanti casi le attività commerciali che potrebbero sorgere a conti fatti rinunciano proprio a causa di fitti troppo altri?
Lo scorso anno, il 14 novembre per la precisione Federproprietà, Confcommercio, Confesercenti, Cicas e Confartigianato hanno siglato un accordo finalizzato a contenere i costi degli affitti e delle locazioni in modo da favorire il ritorno delle attività commerciali e produttive nel nostro centro storico.
La sottoscrizione volontaria forse avrebbe potuto essere favorita dall’introduzione di misure volte a incoraggiare l’adesione al protocollo con una riduzione dei canoni premiata da benefici come ad esempio una detassazione dei rifiuti, e nello stesso tempo interventi di natura sanzionatoria rivolta a quei proprietari che persistono nella convinzione che ‘sfitto’ è meglio che a prezzo contenuto.
Ma – conclude Mostaccioli – in questo solo il Comune di Catanzaro può venire incontro alla buona volontà di quanti si sono mobilitati e si mobilitano per portare il loro piccolo contributo alla risoluzione di quello che sta diventando un problema sempre più grande: se muore il centro storico si perde l’anima della città”.