A diciotto anni Giuseppe Gulotta, giovane muratore con una vita come tante, viene arrestato e costretto a confessare l’omicidio di due carabinieri ad “Alkamar”,una piccola caserma in provincia di Trapani. Il delitto nasconde un mistero indicibile: servizi segreti e uomini dello Stato che trattano con gruppi neofascisti, traffici di armi e droga. Per far calare il silenzio serve un capro espiatorio, uno qualsiasi. Gulotta ha vissuto ventidue anni in carcere da innocente e trentasei anni di calvario con la giustizia.
Non è mai fuggito, ha lottato a testa alta, restando lì come un granello di sabbia all’interno di un enorme ingranaggio.
Fino al processo di revisione (il decimo, di una lunga serie), ostinatamente cercato e ottenuto, che lo ha definitivamente riabilitato.
Una storia terribile dai risvolti kafkiani quella che racconta Salvatore Arena, sfoderando una grinta che gli è congeniale in un monologo dagli infiniti toni vocali.
Uno spettacolo vibrante, ricco di tensione e di suspence, per merito chiaramente d’un bravo Salvatore Arena, che per 70 minuti fa viaggiare sulla lama d’un rasoio gli spettatori.
Il prossimo appuntamento al Teatro del Grillo è il 28 gennaio 2018 (ore 17 e 20.45) con QUESTE PAZZE DONNE di Gabriel Barylli regia di Stefano Artissunch con tre straordinarie interpeti: PAOLA QUATTRINI, VANESSA GRAVINA ed EMANUELA GRIMALDA.
R.U.