Raggiungere le zone interne è ormai un incubo per autobus, furgoni e camion
“L’entroterra delle Serre a rischio di isolamento totale”. Lo denuncia, in una nota, il Comitato “Trasversale delle Serre – 50 anni di sviluppo negato”.
“Si sta verificando la classica tempesta perfetta – spiega il sodalizio. – Tra lo Jonio e il Tirreno, infatti, la situazione attuale è la seguente: 1) due strade provinciali completamente chiuse per danni da maltempo (Vazzano-Vallelonga e Angitola); 2) paralisi dei cantieri Anas lungo la Trasversale delle Serre, a Monte Cucco, con parallelo e vergognoso abbandono della viabilità alternativa esistente; 3) mancato riappalto della bretella Gagliato-Campo Petrizzi, con conseguente decisione dell’amministrazione comunale di Chiaravalle Centrale di bloccare, a breve, il transito dei mezzi pesanti sulla strada comunale Don Diego, ormai devastata dall’eccessiva mole di traffico sopportata. Questo insieme di elementi sta già innescando, inevitabilmente, gravi ripercussioni sia per i lavoratori pendolari residenti nelle zone in oggetto che, soprattutto, per l’economia locale. Raggiungere l’entroterra è ormai un incubo per autobus, furgoni e camion. E fare impresa diventerà sempre più difficile. In questo scenario, registriamo lo sconcertante silenzio dei sindaci delle aree interne che, esaurito il fuoco di paglia dei mesi scorsi e probabilmente distratti dai prossimi appuntamenti elettorali, sembrano ripiombati in una soporifera rassegnazione”. “Il Comitato Trasversale delle Serre – conclude il comunicato – non intende, invece, assolutamente abbassare la guardia e il livello di attenzione su tali problematiche. Le ripetute promesse dei soliti noti di fondi, investimenti, inaugurazioni e convegni lasciano il tempo che trovano se le condizioni delle strade sono quelle che sono, e che vediamo e subiamo quotidianamente. Nel ribadire l’assoluta gravità della situazione, si invitano Anas e Regione Calabria a intervenire urgentemente. Lo sdegno e la mobilitazione popolare si faranno, in ogni caso, sentire in tutte le sedi e a tutti i livelli, con le consuete forme civili e democratiche di espressione”.