
Con la cerimonia di premiazione, si è conclusa la prima edizione del Concorso per autori di copioni teatrali dialettali, intitolato al “Maestro Nino Gemelli”. Commediografo, attore, regista, tanto caro alla città di Catanzaro, allievo della scuola di Eduardo De Filippo, ha portato sulle scene, con ironia e grande maestria, quadretti indimenticabili di vita vissuta, sottolineando i vari aspetti di una umanità ricca di valori e tradizioni.
L’evento, volto alla promozione di testi teatrali, già editi o inediti, nell’ambito della commedia brillante, scritti nel dialetto dei nostri territori e proponenti, con ironia, momenti di vita dei territori stessi, è stato organizzato da Filippo Capellupo, presidente proloco Catanzaro e dell’Unione nazionale proloco Calabria e ha visto la partecipazione di autori provenienti da tutte le province calabresi.
Quindici le opere presentate. Il primo premio lo ha ricevuto Raffaele Gemelli di Catanzaro con la commedia “Cinanca”; al secondo posto Giuseppe Esposito di San Fili (CS) con “N’amicu”, mentre il terzo posto è andato a Fortunato Tripodi di Saline Ioniche (RC) con la commedia “Me’ figghiu trasìu in banca”.
PREMIO SPECIALE PER LA SALVAGUARDIA DEL DIALETTO
Un premio speciale per la salvaguardia del dialetto è stato assegnato a Domenico Cosentino di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio (Catanzaro) con l’opera “Na vota mi dissa na vecchia!”.
Un riconoscimento che dedica (si legge sulla sua pagina facebook) “in modo speciale a mia moglie Fiorella De Maria che da sempre si fa carico degli impegni di entrambi dandomi la possibilità di coltivare questo mio hobby, ringrazio: la commissione giudicatrice per gli apprezzamenti, la pro loco Sant’Andrea nella persona di Giuseppe Antonio Stillo che mi ha invitato a partecipare a questo concorso, il Prof. Enrico Armogida per il sostegno e l’incoraggiamento, Vincenzo Andracchio per la concessione della poesia “u puarcu” i figli di Calabria per la concessione del testo della canzone “partivi” infine tutti i componenti del gruppo teatrale”.
SINOSSI
Si tratta di un opera autobiografica ambientata intorno agli anni 70, una raccolta di ricordi di quando i mugnàni (pianerottoli) o u largu (spazio/piazzetta) erano i posti preferiti degli anziani dove scambiare due chiacchiere, recitare il rosario, raccontare storielle ai bambini.
Luogo all’aperto dove sostavano oppure erano di passaggio alcuni personaggi, nel nostro caso, il Professore, la Guardia Municipale, il Parroco. Meta preferita inoltre di bambine e bambini che svolgono i giochi preferiti dell’epoca il tutto arricchito da numerose gag su condizione sociale passata, presente, futura e di emigrazione, battute brillanti e colorite, in uno stretto dialetto Andreolese che aimè va a scomparire.
Appuntamento alla seconda edizione 2020.
Rosy Urso