Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil di Catanzaro intervengono in merito alla grave situazione in cui versano i Consorzi di bonifica della provincia, chiedendo ancora una volta l’avvio di azioni concrete e conseguenziali alle considerazioni da sempre sostenute sulla strategicità dell’azione istituzionale dei Consorzi di Bonifica nel territorio in termini di servizi necessari per lo sviluppo strategico del comparto agricolo e della sicurezza territoriale e difesa idrogeologica.
In una nota congiunta i Segretari di FAI CISL Francesco Fortunato e Daniele Gualtieri, Flai CGIL Caterina Vaiti, Filbi Uil Aldo Turquassio dichiarano che ci sono delle questioni insolute su cui il Governo Regionale, per le funzioni istituzionali che riveste in termini di programmazione e d’indirizzo generale, non può più rinviare, a partire dall’unità di governance e rappresentanza unitaria del settore.
Da poco la Presidenza della Giunta Regionale ha presentato i report di due anni di Governo della Regione, due anni su cui le forze Sindacali e Sociali del comparto hanno atteso di giorno in giorno l’attuazione delle iniziative annunciate , ad oggi invece non sono state ancora attivate funzioni indispensabili a rendere pienamente operativi gli enti Consortili, per come previste dalla vigente L.R. N.11/2003.
Siamo costretti a registrare che nonostante i numerosi incontri e le innumerevoli rassicurazioni la Regione non ha provveduto:
1. ad approvare i Piani di Classifica, strumento indispensabile ai Consorzi per programmare in termini di efficienza economica e tecnica i servizi da destinare all’agricoltura ed al territorio. Così facendo si nega una programmazione gestionale certa e moderna, l’individuazione preventiva dei costi gestionali e, dunque, di fatto l’autosostenibilità degli Enti;
2. Sono stati azzerati i finanziamenti previsti dalla L.R. 26 e L.R. N. 11, fatto salvo l’inserimento al bilancio di previsione 2017 di modestissime somme (1 milione di euro) da destinare complessivamente a tutti i Consorzi di Bonifica per interventi da effettuare su oltre 1 milione di ettari di territorio amministrato;
3. Non sono state affidate ai Consorzi di bonifica le competenze sugli interventi di sicurezza sui fiumi, un’azione questa su cui gli Enti possono programmare interventi capillare a minimo costo;
4. Non è stato preso in considerazione nessuno dei tantissimi progetti presentati sulla messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico del congruo Piano di finanziamenti previsto dal Patto per la Calabria;
5. Per il necessario adeguamento degli impianti irrigui, che ricordiamo sono di proprietà della Regione, sono stati messi a bando solo 8 milioni di euro, una piccolezza infinita rispetto ai fondi gestiti dal Piano di Sviluppo Rurale (ultima occasione per potenziare strutturalmente i servizi all’agricoltura) finanziato con fondi comunitari 2014/2020;
inoltre, non registriamo, nonostante i numerosi incontri e le relative rassicurazione rassegnate, nessuna azione concreta di rilancio, programmazione e investimento sui Consorzi di Bonifica che tanto potrebbero realizzare in termini di servizi per lo sviluppo di una vera economia di scala nel territorio rurale calabrese.
E’ necessario un intervento urgente e risolutivo del governatore Mario Oliverio. In particolare le organizzazioni sindacali territoriali richiamano l’attenzione sulle conseguenze di tale situazione, che impedisce di garantire servizi essenziali in un territorio a forte rischio idrogeologico, come il servizio irriguo, la pulizia dei fossi, la messa in sicurezza e la salvaguardia del territorio. Un piccolo passo in avanti è stato compiuto, ma non basta, in quanto i Consorzi di Bonifica sono oramai al collasso; dipendenti senza stipendio da diversi mesi, riduzione dei livelli occupazionali del servizio irriguo (al Consorzio di Bonifica Tirreno Catanzarese è previsto una riduzione di giornate per i lavoratori), taglio completo del servizio della rete di colo (Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese) con ripercussioni negative sul territorio e sulla sostenibilità economica delle famiglie. Come si può affrontare la campagna irrigua ormai imminente e opere di prevenzione per il territorio? Una situazione al collasso, denunciata da ormai due anni da queste organizzazioni sindacali, che hanno percorso tutte le stradi possibili, al fine di affrontare la questione addivenendo ad un soluzione concreta prima che poi fosse troppo tardi. Oggi accogliamo favorevolmente che, a differenza di qualche anno fa, la gestione dei Consorzi di Bonifica sia al centro del dibattito politico, di maggioranza e di minoranza, ma occorre necessariamente e urgentemente passare ai fatti, attivando tutte le misure necessarie al fine di dare ruolo e centralità agli enti consortili. L’efficienza dei Consorzi di Bonifica del territorio del Catanzarese investe non solo il settore dei servizi alle imprese agricole, quanto anche e soprattutto quello della salvaguardia di un territorio fortemente esposto al rischio idrogeologico. Le politiche di prevenzione non possono essere attuate se si asfissiano quegli enti che vantano professionalità e competenze da destinare ad una reale tutela del territorio. Ruolo e funzioni ai Consorzi di Bonifica, passando dalla razionalizzazione degli stessi, dal trasferimento immediato delle competenze sui fiumi, un’azione questa su cui gli Enti possono programmare interventi capillare a minimo costo, dall’inclusione dei consorzi all’accesso dei fondi del Commissario per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, che ad oggi sono stati esclusi. E’ inutile parlare di prevenzione se poi nei fatti si fanno morire per asfissia finanziaria quegli enti consortili che hanno al loro interno le competenze e le professionalità adatte ad assicurare una reale attività di salvaguardia del territorio. Non si può continuare ad operare in regime di emergenza, spendendo somme enormi dopo che si verificano gli eventi disastrosi che mettono in ginocchio aziende e cittadini, anziché investire nella prevenzione. Stiamo assistendo a licenziamenti di personale, come avvenuto al Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, riguardo le 11 unità, che nonostante gli interventi messi in campo dalle Organizzazioni Sindacali e le rassicurazioni del Governo Regionale, nulla è cambiato. Non si può far finta di nulla, quando la situazione oramai è degenerata, provocando malumore, tensioni e preoccupazioni, tanto da far ritenere che il reale obiettivo sia quello di far morire i Consorzi, disperdendo quel prezioso valore costituito dalle conoscenze e dalle competenze dei lavoratori. Non si può non cogliere la disperazione e l’esasperazione di questi ultimi che, sono quelli che pagano il costo più caro, perché quando si perde il lavoro, si perde la dignità; non è giusto che a pagare siano i lavoratori e le loro famiglie, delusi, adirati e stanchi. I più fortunati hanno un posto di lavoro ma non si pagano da circa 5 mesi, mentre poi ci sono altri lavoratori che non hanno più neppure la possibilità di un minimo e dignitoso posto di lavoro. Ognuno deve fare la sua parte, assumendosi la responsabilità dei ruoli e delle funzioni. Il Governo regionale calabrese intervenga immediatamente, ossia risorse, strumenti e investimenti tali da garantire non solo l’attività ordinaria, ma anche investimenti capaci di rilanciare il loro ruolo in termini di salvaguardia del territorio e di garanzia di servizi di qualità a quell’economia agricola che continua ad essere trainante per il territorio. Per tali ragioni FAI CISL FLAI CGIL FILBI UIL chiedono un intervento di sua Eccellenza Prefetto di Catanzaro, che possa convocare un tavolo tra Regione, Enti Consortili del territorio Catanzarese, parti sociali, per trovare adeguate soluzioni atte a garantire servizi al territorio e tutela dei livelli occupazionali, nostro malgrado saremo costretti ad indire iniziative di lotta a tutela del territorio e del lavoro.
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