È stato condannato a 30 anni di reclusione, in primo grado, Michele Lentini, ritenuto un esponente di spicco della cosca Sia-Procopio-Tripodi accusato di avere partecipato all’uccisione di Giuseppe Todaro, 29 anni, occultandone poi il cadavere con un escavatore. Lo ha stabilito lunedì la corte d’Assise di Catanzaro. Nei suoi confronti il sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Capomolla, lo scorso mese di giugno in sede di requisitoria ne aveva chiesto l’ergastolo.
Giuseppe Todaro era figlio di Domenico, vecchio affiliato dei Gallace di Guardavalle e oggi collaboratore di giustizia. L’omicidio del 29enne si inquadra nella faida del Soveratese tra i Gallace di Guardavalle e i Sia-Procopio-Tripodi.
Secondo l’accusa, Lentini, assieme a Vittorio Sia (ucciso poi in un agguato) e Maurizio Tripodi (già condannato a 20 anni nel processo d’appello), avrebbe attirato la giovane vittima in una trappola. Prelevato e nascosto in un furgone, Todaro sarebbe stato poi ucciso a San Sostene e il suo corpo sotterrato con l’aiuto di un escavatore. Secondo l’accusa, dunque, Michele Lentini ha preso parte attiva anche alla decisione di eliminare Giuseppe Todaro, ucciso “perché, per le sue velleità criminali, era considerato un pericolo per il sodalizio Sia-Procopio-Tripodi”