
Non ci saranno soltanto le elezioni europee nel 2019. Oltre alle immancabili amministrative (circa 4.000 comuni al voto tra cui Firenze e Bari), si apriranno le urne anche in sei regioni italiane.
Spazio dunque in questo 2019 alle elezioni regionali in Abruzzo, Sardegna (in questi primi due casi si è già votato), Basilicata, Calabria, Emilia Romagna e Piemonte.
Inizialmente era stata valutata la possibilità di un accorpamento con le europee e amministrative per un unico election day a fine maggio, ma la proposta poi è stata ritirata dal governo: ogni regione quindi avrà la sua data.
La data delle elezioni regionali 2019
Avranno un calendario scaglionato queste elezioni regionali. Ha avuto vita molto breve infatti un emendamento presentato nella legge di Bilancio potrebbe creare una sorta di election day domenica 26 maggio.
Quella infatti sarà la data delle elezioni europee, con il governo che voleva accorpare anche i voti in Abruzzo, Piemonte, Basilicata e Sardegna. Per quanto riguarda l’Emilia Romagna e Calabria invece la legislatura terminerà in autunno.
Ecco il calendario delle elezioni regionali nel 2019 in Italia.
- Abruzzo – 10 febbraio (già svolte)
- Sardegna – 24 febbraio (già svolte)
- Basilicata – 24 marzo (ufficiale)
- Piemonte – 26 maggio (ufficiale)
- Calabria – novembre (data da decidere)
- Emilia Romagna – novembre (data da decidere)
Il prossimo appuntamento sarà quindi quello in Basilicata, mentre in Piemonte si voterà insieme alle elezioni europee. In autunno poi si apriranno le urne anche in Calabria ed Emilia Romagna, con le date che devono ancora essere decise.
Gli scenari
Dopo il voto del 4 marzo è cambiato lo scenario politico in Italia. Non soltanto per la nascita del governo Lega-Movimento 5 Stelle, ma anche per la forte crisi che ha investito il Partito Democratico fino a un anno fa saldamente primo partito del paese.
Un calo quello del PD che ha contagiato tutto il centrosinistra: eccezion fatta per il Lazio, la coalizione ha perso la guida del Molise, della Friuli Venezia Giulia e ha ceduto il passo anche in diversi comuni.
Vediamo allora la situazione nelle sei regioni dove nel 2019 si andrà al voto, tutte al momento in mano al centrosinistra.
Abruzzo
La prima regione ad andare al voto è stato l’Abruzzo, dove il candidato di centrodestra Marco Marsilio si è imposto in maniera netta riportando dopo cinque anni la coalizione alla guida della regione.
I risultati ufficiali del voto in Abruzzo:
- Marco Marsilio (centrodestra) – 48,03%
- Giovanni Legnini (centrosinistra) – 31,28%
- Sara Marcozzi (M5S) – 20,20%
- Stefano Flajani (CasaPound) – 0,47%
Basilicata
Saranno quattro i candidati ufficiali che si sfideranno alle elezioni regionali in Basilicata del 24 marzo.
- Vito Bardi (centrodestra)
- Antonio Mattia (M5S)
- Carlo Trerotola (centrosinistra)
- Valerio Tramutoli (Basilicata possibile)
Grande incertezza per questo voto, con il centrosinistra compatto che cercherà di mantenere la guida della regione dall’assalto del centrodestra e del Movimento 5 Stelle.
Calabria
In Calabria alla guida c’è Mario Oliverio del centrosinistra, recentemente coinvolto in un’inchiesta giudiziaria. Alle politiche del 4 marzo il Movimento 5 Stelle ha però fatto il pieno di voti, ma in una competizione elettorale come le regionali, dove conta molto il radicamento sul territorio, il centrodestra sembrerebbe essere in vantaggio.
La coalizione ha deciso che spetta a Forza Italia indicare il candidato, con gli azzurri che così ha scelto di puntare sull’attuale sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, mentre si dovrà vedere se il centrosinistra punterà ancora sul governatore Oliverio.
Emilia Romagna
Matteo Salvini ha ufficialmente lanciato l’assalto all’Emilia Romagna, regione “rossa” per eccellenza insieme alla Toscana. Il ministro infatti ha strappato di poter indicare un candidato della Lega alla guida del centrodestra.
Con il Movimento 5 Stelle in crescita ma che non ha mai sfondato in Emilia Romagna, il governatore centrosinistra Stefano Bonaccini dovrà cercare di respingere l’assalto del centrodestra per non incorrere in una sconfitta che sarebbe storica e clamorosa.
Piemonte
Sergio Chiamparino del Partito Democratico, attuale governatore, ha dato la sua disponibilità a candidarsi per un secondo mandato. Anche in Piemonte però il centrosinistra non viene dato in grande forma.
Il forzista Alberto Cirio sarà il candidato di un centrodestra che vestirà i panni del grande favorito, mentre il Movimento 5 Stelle ha scelto tramite le consuete primarie come aspirante governatore l’attuale consigliere regionale Giorgio Bertola.
Sardegna
Il centrosinistra governava anche in Sardegna, con Massimo Zedda che non è riuscito a evitare la sconfitta. Nuovo governatore è quindi Christian Solinas del centrodestra che si è imposto nettamente.
- Christian Solinas (Centrodestra) – 47,81%
- Massimo Zedda (Centrosinistra) 32,93%
- Francesco Desogus (Movimento 5 Stelle) – 11,18%
- Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) – 3,35%
- Mauro Pili (Sardi Liberi) – 2,31%
- Andrea Murgia (Autodeterminazione) – 1,82%
- Vindice Lecis (RC-PCI-Sinistra Sarda) – 0,59%
Larga vittoria quindi per il centrodestra e delusione soprattutto per il Movimento 5 Stelle, con i pentastellati che non sono riusciti a replicare in Sardegna l’ottimo risultato fatto registrare alle politiche nell’isola.
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