Gilet arancioni, Fsp Polizia: “Superlavoro per agenti, non vogliamo fare ammortizzatori sociali da strada perché politica inconcludente non dà risposte”
“Oggi in tante città italiane abbiamo avuto centinaia di poliziotti impegnati con le manifestazioni dei gilet arancioni, con tensione visibile, in qualche caso con cordoni forzati come in piazza Venezia a Roma, con misure per la prevenzione del contagio violate in maniera evidente, tanti senza mascherine e distanziamenti inesistenti.
Un superlavoro per le forze dell’ordine, e un assaggio di ciò che rischia di diventare quotidianità, perché solo noi ci troveremo a sopperire a incapacità politiche evidenti. E’ da tempo che lanciamo l’allarme: la mancanza di risposte forti e concrete di fronte a una tensione sociale accumulata in questi mesi, rischia di far esplodere come bombe ad alto potenziale frustrazione, disagio, dissenso, che sono comprensibili e sacrosanti.
E i poliziotti saranno la barriera che sarà investita in pieno dalla deflagrazione. Ma noi non vogliamo essere ‘ammortizzatori sociali da strada’. Qui non si tratta di fronteggiare criminali, ma di interagire con gente disperata a cui è la politica a dover dare risposte, non il personale in divisa”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, in una giornata costellata da manifestazioni di protesta organizzate dai gilet arancioni, in diverse città come Torino, Milano, Bologna, Trento, Roma dove la protesta non era programmata e autorizzata.
“Oggi sono i gilet arancioni – conclude Mazzetti – domani saranno tanti altri. Questa emergenza ha messo il paese in ginocchio, e i rischi per la sicurezza sono tantissimi, ora più che mai.
La Polizia di Stato dovrà fronteggiare tutto questo, oltre ai suoi innumerevoli compiti, per colpa di una politica miope incapace di intercettare, gestire, lenire i problemi della gente. Urge intervenire per trovare soluzioni serie e concrete, ma fino a ora governanti lontani anni luce dalla realtà e dal buon senso sono riusciti a partorire solo idee inutili e ancor più pericolose come mettere in campo gli assistenti civici”.