Venti minuti possono sembrare pochi per raccontare un’epoca storica lunga secoli. Ma possono essere più che sufficienti se dietro un prodotto fatto di immagini, musiche e testimonianze, c’è il lavoro intenso di un gruppo di storici, archeologi e filologi coordinati da un regista attento e ispirato com’è Erminio Perocco. È lui ad aver firmato “God blessed Calabria”, il film documentario sulla Calabria bizantina realizzato in esclusiva dall’Associazione “Donne in Arte” – che promuove il Festival d’Autunno – in collaborazione con la società “Historia”…
La proiezione del video ha aperto, al Museo MARCA di Catanzaro, il ciclo delle conferenze dedicate al Sud e alla nostra regione, intitolato “Kalon Brion. Lo spirito della Calabria, la Calabria dello spirito”. «Con questo documentario – ha spiegato nei saluti iniziali Antonietta Santacroce, direttore artistico del Festival – abbiamo tentato di colmare un vuoto: far conoscere una regione di cui tanto si sa relativamente al suo periodo magno-greco ma molto poco è conosciuta per le sue radici bizantine. Una lacuna che non può essere risolta con questa produzione ma che ha il merito, a mio avviso, di avviare un percorso di riscoperta che è essenziale per pensare a un futuro diverso. Un lavoro lungo un anno – ha aggiunto – che ha visto collaborare professionisti di primo piano e che può diventare, anche dal punto di vista turistico, uno straordinario biglietto da visita per la Calabria».
Don Massimo Cardamone ha portato i saluti del vescovo di Catanzaro, monsignor Vincenzo Bertolone e ha spiegato perché la curia ha inteso dare una mano nella produzione del video: «E’ necessario riscoprire la storia della nostra terra che ha sempre accolto i profughi e ha sempre ospitato chi ha raggiunto le sue coste. Spero che il nostro essere cristiani, il nostro spirito, ci porti ad avere cuori aperti ad accogliere le novità che la storia ci propone». A prendere la parola anche Maria Teresa Laurito, presidente della società “Historia”, la quale ha sottolineato che «questo lavoro tratta di un’epoca buia per il resto d’Italia e d’Europa mentre per la Calabria fu un periodo rigoglioso, di scambi commerciali e culturali con il resto del Mediterraneo». Il microfono è poi andato al regista Erminio Perocco: «Il titolo scelto può sembrare provocatorio considerando che questa frase è stata utilizzata dai presidenti dell’America per il loro paese così ricco. Per la Calabria di oggi potrebbe sembrare azzardato ma in quell’epoca è stata davvero una terra benedetta da Dio. E’ una terra in cui le culture si fondono. La cultura greca e la cultura latina si sono incontrate proprio qui e le molte testimonianze che abbiamo cercato di raccontare rivelano la percezione di una bellezza che si nasconde, che va conosciuta approfondendola. Oggi il turista si deve avvicinare alla Calabria con la consapevolezza che va scoperta fino in fondo poichè c’è sempre qualcosa che sfugge a un primo sguardo».
E’ stata molto apprezzata la proiezione di “God bless Calabria”, alla quale ha partecipato un pubblico nutrito, con presenze anche di un folto gruppo di studenti del Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro. Un lungo applauso ha accompagnato i titoli di coda e ha accolto nuovamente sul palco il regista e gli archeologi Chiara Raimondo e Francesco Cuteri, che hanno sottolineato come la Calabria continui ad essere anche oggi il “ponte naturale” nel Mediterraneo. Di “archeologia dell’anima” ha parlato, in particolare, Cuteri, evidenziando la necessità di riscoprire lo spirito più profondo delle testimonianze medievali presenti sul territorio. «In particolare – ha concluso – quelle bizantine che hanno segnato profondamente il nostro essere».
Oggi, sempre al Museo MARCA alle ore 18, il Festival d’Autunno presenterà il secondo evento culturale di “Kalon Brion. Lo spirito della Calabria, la Calabria dello spirito”, con ospiti due “preti di strada” che porteranno la loro esperienza di “Dio nelle terre di frontiera”. A raccontarci di fatti di vita vissuta saranno don Aniello Manganiello, prete a Scampia, quartiere di Napoli nel quale si svolgono le storie raccontate in “Gomorra” e monsignor Mimmo Battaglia, già presidente del Centro Calabrese di Solidarietà e oggi vescovo della diocesi campana di Cerreto Sannita. Sarà un momento molto intenso, moderato dalla giornalista Donatella Soluri, in cui le esperienze forti dei due uomini di chiesa serviranno a far comprendere la strada giusta da seguire per vincere l’emarginazione e riabilitare chi sembra avere un destino ormai segnato.