Nel film di Rafelson suonerà pure due volte, ma a Guardavalle – nel catanzarese – il postino ha smesso di suonare da un bel po’ di tempo. Lo sanno bene alcuni cittadini della località ionica che non vedono più nelle rispettive buche delle lettere le bollette delle utenze con conseguenti disagi che derivano dal disservizio, prontamente segnalato all’ufficio reclami.
«Siamo costretti a scadenza mensile o bimestrale a contattare i call center delle relative aziende fornitrici per farci dare l’importo della fattura, recarci all’ufficio postale locale, compilare i c/c ed effettuare il pagamento allo sportello» scrive Genny Pasquino – portavoce dei cittadini vittime del disguido.
Una questione anteriore all’emergenza sanitaria da coronavirus, ma che in questi mesi di pandemia si è aggravata in quanto gli importi si sono accumulati «quindi per evitare l’interruzione della fornitura abbiamo dovuto versare la somma in un’unica soluzione. Per le famiglie che fanno riferimento a una piccola pensione o per quelle monoreddito è un problema serio» – sempre Pasquino.
Una situazione dunque che si trascina da molti mesi e che sta creando malumori e grossa preoccupazione tra gli utenti, atteso che la mancata consegna – tra l’altro – delle bollette relative ad energia elettrica, fornitura idrica e telefonia espone i cittadini ad aggravi di costi ed al concreto rischio di incorrere nell’interruzione dei servizi suddetti. Ma anche umiliazione in quanto il mancato versamento non dipende dalla volontà del cittadino, magari abituato a pagare con puntualità.
«Alcuni sono anziani non hanno dimestichezza con le tecnologie e sicuramente lo stato emergenziale dei mesi scorsi ha contribuito a creare confusione e a prolungare i tempi dell’azione dell’utente» – conclude la lettera di reclamo – chiedendo a gran voce a chi di competenza che la situazione venga risolta al più presto.