I numeri del Rapporto annuale sulla finanza pubblica della Corte dei Conti sono chiari:i ricoverati fuori dalla Calabria passano in anno dal 19,3% al 20,1. Da questo dato il Presidente Mario Oliverio prende spunto per ribadire il suo dissenso al Piano di rientro.
“La Corte dei Conti certifica quanto da me affermato in questi mesi circa il fallimento del Piano di Rientro e delle gestioni commissariali che, da sette anni, hanno la responsabilità del governo della sanità calabrese. Il progressivo aumento dell’emigrazione sanitaria passiva, l’allungamento delle liste di attesa, il depauperamento dei servizi sono la risultante della mancata assunzione del processo di riqualificazione e di riordino dei servizi sanitari che avrebbe dovuto essere la bussola nell’azione dei commissari proposti alla gestione del Piano di Rientro. Niente di tutto ciò. Al contrario, solo tagli lineari ed impostazioni ragionieristiche che hanno prodotto un progressivo peggioramento dell’offerta sanitaria”, scrive in una nota il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. “Per ultimo -prosegue- il 24 Marzo scorso, abbiamo avuto modo di evidenziare tale situazione e di chiedere una riflessione proprio sulle esperienze delle regioni commissariate, a partire dalla nostra, nella Conferenza dei Presidenti di Regione alla presenza del Ministro Lorenzin che, non a caso, ha annunciato una iniziativa legislativa capace di individuare tempi e modalità certe per la fuoriuscita dai Piani di Rientro, condividendo le nostre preoccupazioni”.
Interviene Oliverio anche sulle risorse destinate alla Calabria e non spese. Secondo il Rapporto sul coordinamento finanza pubblica, redatto dalla Corte dei Conti, la regione ha utilizzato, al momento, il 57,5% delle risorse delle quali disporrebbe in funzione della legge n. 67/1988, legata agli investimenti in materia di sanità, che prevede «l’esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia (ci siamo occupati di strutture che non godono di buona salute perchè non adeguate alla normativa antisismica …a rischio la salute delle strutture ospedaliere ndr) e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di residenze per anziani e soggetti non autosufficienti».
Le risorse su cui la Regione potrebbe contare, e messe a disposizione dalla legge in base al suo territorio e al numero di abitanti, sarebbero, secondo l’organo di controllo, 608 milioni di euro, fondi da destinare ad Accordi di programma pensati ad hoc. Ma, secondo i magistrati contabili, al 31 dicembre 2015 la Regione ha sottoscritto Accordi per un valore di 350 milioni di euro. Tra tutti gli interventi proposti, il ministero della Sanità ne ha approvati 26, per un valore di 339 milioni, attestando la Calabria sotto la media nazionale.
E chissà quanto ancora si dovrà attendere per l’apertura dei cantieri finalizzati alla costruzione dei nuovi ospedali spoke: Vibo Valentia, ma soprattutto Sibaritide e Gioia Tauro dopo le vicende giudiziarie che hanno interessato la società aggiudicataria dei lavori (la Tecnis spa di Catania, le cui quote sono state sequestrate per sospetti legami con la criminalità organizzata).
Insomma, tempi ancora lunghi per quella buona sanità che migliaia di calabresi domandano quotidianamente.
Rosy Urso