Comunicato realizzato dal movimento politico culturale “Il Sud che sogna”:
Quando si pensa al popolo degli LSU/LPU, non si può fare a meno di spostare l’attenzione verso il Sud e la cronicizzazione del precariato, entrato con questi lavoratori a pieno titolo anche nello scenario statale.
La loro “questione e gestione” è divenuta oggetto di campagne elettorali, giocate spesso sui bisogni delle persone, con l’abuso di termini abusati e/o distorti quali la c.d. “stabilizzazione”.
E’ di questi giorni l’appello del sindaco di Pizzo Calabro G. Callipo presidente dell’ANCI Calabria, sulla questione degli LSU/LPU e di tutti i precari in generale nella nostra Regione.
Per questo esercito di lavoratori , il prossimo 31 dicembre scadrà il contratto di lavoro con serie preoccupazioni riguardanti i loro rinnovi ed il proseguimento del loro utilizzo.
Ministero e Regione Calabria lo scorso anno a seguito di proteste e pressioni hanno messo a disposizione le somme per la contrattualizzazione, che rischia però di saltare per le consistenti riduzioni da parte del Governo.
L’Esecutivo nazionale ha di fatto ridotto la questione LPU/LSU calabrese ad una vicenda burocratica e contabile, precludendo qualsiasi possibilità di stabilizzazione, poiché i numeri e le norme la vietano.
L’incoerenza di questo governo diventa più palpabile quando lascia intendere di essere dalla parte dei più deboli, dei lavoratori e degli sfruttati e contemporaneamente e nei fatti,nel momento in cui si tratta di legiferare, agisce a loro sfavore in ogni ambito come,ad esempio, quando taglia 28 milioni di euro necessari per il rinnovo dei contratti.
Come se ciò non bastasse, poi, mette a disposizione dei fondi che serviranno solo agli LSU, escludendo migliaia di lavoratori LPU, come se per loro rimanere precari e senza certezze non fosse un problema.
Il Sud che sogna ritiene che non si possa ragionare in questi termini e che il problema del precariato calabrese vada affrontato sotto diversi punti di vista e che solamente la volontà politica degli organi di uno Stato realmente interessato delle sorti del nord come del sud può superare gli ostacoli che si frappongono alla stabilizzazione.
Il Sud che Sogna, invita tutti ad una mobilitazione generale, per rilanciare una questione che si trascina oramai da decenni e che ha tolto ogni dignità a questi lavoratori.
IL TEMPO DI AGIRE È ORA!