Per il partito di Toti una delle ”voci” prioritarie del programma Calabria per le prossime elezioni regionali
«Un sistema di prevenzione che faccia ricorso massiccio all’uso delle tecnologie ed una strategia di sviluppo per le ”aree interne” che rappresentano il 78% dei Comuni della Calabria nelle quali la ”componente boschiva” è maggiormente presente nel contesto territoriale ambientale».
E’ la proposta del Coordinamento Regionale di “Cambiamo la Calabria”, il partito che fa capo al governatore della Liguria, Giovanni Toti.
L’idea mira a rafforzare la richiesta avanzata al Governo da Anci Calabria insieme con l’Organizzazione dei Comuni di Sicilia e Sardegna, per «l’attivazione immediata di un tavolo politico – istituzionale per intraprendere un’azione energica di contrasto al fenomeno degli incendi», aggiunge il Coordinamento di “Cambiamo”.
Che rilancia anche “l’opportunità”, rievocata dalla Coldiretti e derivante dalla legge ”Orientamento” di quasi vent’anni fa, che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di ”attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.
«Si tratta di avviare, finalmente – sottolinea ancora il Coordinamento regionale – soluzioni strutturali e non più emergenziali con il coinvolgimento partecipativo e attivo delle comunità locali e delle Istituzioni locali, nonché delle Organizzazioni delle imprese agricole ed agroalimentari.
Avviare tale percorso, in particolare, nell’ambito delle ”Aree interne”, significa affrontare un fenomeno complesso che coinvolge non soltanto le responsabilità penali dei cosiddetti piromani, ma anche i cambiamenti climatici, e che, quindi, richiede politiche di sistema, locali e globali, in grado di contrastare realmente il fenomeno e per avviare, nel contempo, un processo di sviluppo compatibile e sostenibile».
Il Coordinamento conclude: «Quanto alle risorse (la “strategia delle Aree interne” e’ una delle priorità al centro del programma Calabria per le prossime elezioni regionali) è possibile far riferimento al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e alla Programmazione Europea 2021-2027.
Entrambi sono strumenti adeguati, in grado di invertire la rotta».