“Quanto è accaduto nel corso dell’estate sul fronte degli incendi in Calabria non deve più accadere, ma perché ciò avvenga è necessario predisporre per tempo un progetto finalizzato alla costruzione di un sistema regionale di prevenzione e di contrasto del fenomeno ”.
E’ quanto ha detto il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, intervenendo ai lavori del convegno promosso da Zona Dem, il movimento politico del Pd che fa capo al Consigliere regionale Domenico Bevacqua, svoltosi presso il Salone degli Specchi della Provincia di Cosenza sul tema: “Incendi: è arrivato il momento di dire basta”, le cui conclusioni sono state affidate al Responsabile Nazionale Sicurezza del Pd, Emanuele Fiano.
“Dobbiamo riflettere su ciò che è accaduto nelle scorse settimane -ha proseguito Oliverio- con estrema oggettività ed onestà, evitando strumentalizzazioni o posizionamenti. Nessuno nega che, nel corso di questa estate, siano emersi ritardi ed inefficienze accumulatesi nel corso di un lungo periodo di tempo, a cui si sono aggiunti altri due elementi imprevedibili: una stagione straordinariamente torrida ed un lungo periodo di siccità che ha colpito la nostra regione e il nostro Paese. Rispetto a questi due fenomeni, la prima iniziativa che dovremo assumere è di tipo strutturale: va costruito un sistema regionale di piccoli, medi e grandi invasi che ci consenta la piena utilizzazione delle risorse idriche e di accorciare la distanza del sistema di spegnimento aereo dai bacini di approvvigionamento idrico.
Ai primi due fattori si sono aggiunti anche alcuni fenomeni di trasformazione: il passaggio del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri a cui non ha fatto seguito anche il passaggio delle funzioni proprie di questo Corpo e la costituzione della nuova “Calabria Verde” che, in questi anni, è stata oggetto di una campagna, per molti versi anche giustificata, tesa a rappresentare questo ente come un serbatoio assistenziale di sprechi e clientele che ne ha comportato un progressivo svuotamento, con una conseguente forte riduzione di presenze di uomini e mezzi sul territorio. Ci sono comuni in cui sono rimasti ad operare solo due o tre operai forestali che hanno, ormai, anche un’età avanzata. Se questo ente deve svolgere un ruolo di tutela del patrimonio forestale regionale, di prevenzione e di contrasto degli incendi, quello del personale diventa un problema serio ed urgente, che deve essere affrontato con grande attenzione soprattutto a livello nazionale. Dico questo non per riaprire i rubinetti delle clientele, ma per individuare soluzioni e apportare correttivi, tenendo presente che la nostra è la regione più “forestata” d’Italia con circa 660 mila ettari di foresta”.
“Sul fronte del contrasto agli incendi -ha aggiunto Oliverio- c’è, quindi, un problema generale che riguarda il sistema nazionale dello spegnimento aereo, a cui vanno a sommarsi specifici problemi regionali di carattere organizzativo. Uno di questi è, senz’altro, il grave ritardo da parte di molti comuni della definizione dei catasti, uno strumento fondamentale, che stabilisce divieti e detta condizioni che riguardano l’uso del territorio. Un secondo problema è la mancanza di una strategia mirata alla prevenzione che deve prevedere, a mio parere, una serie di investimenti finalizzati alla creazione di un sistema innovativo di avvistamento dei roghi attraverso l’uso del satellite, all’organizzazione e al rafforzamento del parco-mezzi regionale (la Calabria è una delle poche regioni che si è dotata di un servizio elicotteristico), alla formazione di personale, giovani soprattutto, da utilizzare per lo spegnimento a terra degli incendi e del volontariato, che ringrazio per aver dato un apporto significativo nel corso di questa drammatica stagione che ci stiamo lasciando alle spalle, sia per quanto riguarda mezzi e strumenti, per cui stiamo valutando la possibilità di utilizzare risorse del Por”.
“Tutto ciò, naturalmente -ha concluso Oliverio- va inserito nel quadro di una diversa cultura che riguarda il rapporto dell’uomo con il territorio. A tal proposito vorrei ricordare che abbiamo approvato una legge urbanistica che prevede “consumo zero di suolo” e, dopo trent’anni, un Quadro di Coordinamento Territoriale, che pone vincoli chiari e detta ai Comuni il quadro di riferimento in cui definire gli strumenti urbanistici. Due strumenti importanti che, da soli, però, non bastano. Occorre una decisa inversione di rotta nel rapporto dell’uomo con il territorio e l’ambiente, un cambio di mentalità che guardi al patrimonio forestale e paesistico della nostra regione come ad una grande risorsa su cui investire per il futuro”.