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È «la capacità di coniugare vecchio e nuovo» adeguandosi a scenari in continua mutazione il punto forte della ’ndrangheta:
ancora una volta la Dia tratteggia, nella relazione semestrale appena pubblicata, il quadro della criminalità organizzata calabrese sia fra il Pollino e lo Stretto che nelle proiezioni nazionali e planetarie.
Il «progressivo sbilanciamento verso le regioni del centro-nord» e la «capacità di riciclare e reimpiegare i capitali illeciti» sono due delle caratteristiche evidenziate nei sei mesi presi in esame, da gennaio a giugno 2017.
Confermata la leadership mondiale del narcotraffico, ci sono sempre i tentativi di infiltrazione dell’economia sana, in particolare nella fornitura di energia elettrica, anche da rinnovabili, e nel settore dei giochi e delle scommesse.
La “mappa” a livello locale conferma la piena operatività della cosca Grande Aracri «che sembra sovrintendere e coordinare – attraverso una struttura coincidente con la locale crotonese di Cutro – la gestione degli affari illeciti, nei casi in cui questi tendano ad esorbitare dalla competenza delle singole cosche».
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