Uno spazio teatrale, nel nostro caso quello dello storico Teatro del Grillo di Soverato dove entrando non ci sono luci di scena, scenografia e soprattutto non ci sono attori, ma solo spettatori.
Una comunità di persone che si riunisce per partecipare insieme ad un esperimento di teatro, il primo a livello mondiale in realtà virtuale. Un esperimento che Elio Germano insieme a Omar Rashid e a un gruppo di produttori e collaboratori hanno portato in giro per l’Italia a partire da uno spettacolo nato inizialmente per il teatro dal titolo: Segnale d’allarme – La mia battaglia, scritto dallo stesso Germano a quattro mani con Chiara Lagani – della compagnia Fanny ed Alexander e una delle drammaturghe più premiate in Italia – sperimentando così una visione diversa da quella che tradizionalmente si può avere in un teatro.
Si parte con le istruzioni per l’uso e il benvenuto del direttore Claudio Rombolà che spiega anche la scelta di questa “performance”. Dunque, indossare i visori, al momento giusto munirsi di cuffie e guardare un cerchio rosso fino a che non scompare. Poi una scena differita, quella performata da Elio Germano in uno spazio scenico del 2019 a Riccione. Il visore ti mette in prima fila con una visione a 360 gradi e completamente isolato dalle reazioni e sussulti degli altri spettatori, isolati come te.
Germano fa il suo monologo: «Non vi preoccupate, è tutto sotto controllo» questo il primo avvertimento alla platea in una sorta di one man show iniziale.
Qual è l’allarme? Attacca i tempi in cui viviamo fatti di informazione deformata, nuove tecnologie di selfie e WhatsApp, l’evocazione di un mitico naufragio che condurrebbe la comunità su un’isola deserta. Per poi evolvere in un accorato discorso sui deprecabili comportamenti sociali e infine un vero e proprio comizio, ovvero il discorso realmente tratto dal Mein Kampf (letteralmente la mia battaglia, il saggio in cui Hitler espose il suo pensiero politico), con cui si annuncia la nascita del nuovo partito d’azione, sventolando la bandiera nazista con tanto di croce uncinata.
Usando le potenzialità della Virtual Reality viene messo in scena un esperimento nel quale Germano ipnotizza i suoi spettatori; una manipolazione del pubblico che porta con sé lo spettro di un pericoloso assolutismo. D’altronde non a caso si chiama Segnale d’allarme: sui meccanismi coercitivi di manipolazione delle nostre opinioni e del nostro pensiero che con questi strumenti (della realtà virtuale) avviene in modo più sostanziale.
Un tema importante nel quale il testo di Germano e Lagani ci trascina con intelligenza e che ci mette in discussione, inducendoci ad un atto di profonda riflessione. Elio Germano durante i 70 minuti di monologo riesce a catalizzare totalmente l’attenzione del pubblico che probabilmente non si accorge della manipolazione…fino a un certo punto.
Per la prima volta il teatro soveratese si fa virtuale a conferma della sua innata apertura alla sperimentazione, fermo restando il consolidato rapporto di prossimità tra attore in scena e spettatore in platea, punto di forza nella formazione della comunità teatrale del Grillo.
I commenti del pubblico a fine spettacolo nel video che Vi proponiamo: