“Abbiamo dimostrato, con grande responsabilità, che questa è una comunità che discute, ragiona. Una comunità che è capace di fare anche interventi forti: una delle questioni fondamentali però è che dovremmo imparare ad ascoltarci. Questa assemblea, comunque, è la migliore risposta a chi voleva fermare il confronto e il dibattito”. E’ quanto afferma il segretario regionale Ernesto Magorno nel concludere i lavori della due giorni di assemblea regionale del Partito democratico che si è tenuta a Camigliatello. Un dibattito ricco ed articolato da cui parte l’impegno contro la ‘ndrangheta da concretizzare al più presto con una proposta di legge regionale sull’istituzione di un codice etico, ma anche con l’impegno di ritrovarsi al più presto, a partire dalla festa regionale dell’Unità a Reggio Calabria.
Il segretario regionale ha ottenuto il sostegno dell’assemblea regionale tra gli applausi, sollecitati proprio per rimarcare la richiesta di una fiducia che arriva in maniera fragorosa, evidenziando in particolare: “Non sarò mai il segretario dei renziani. Questa che può sembrare una debolezza si rivelerà essere un punto di forza. In altre regioni ci sono dei segretari che non riescono a dialogare nemmeno nell’arcipelago della maggioranza, io dialogo con tutti e nemici non ne ho”.
Questo perché “un partito riformista e democratico si confronta, in una comunità non la possono pensare tutti allo stesso modo. Ma ci sono diverse anime, non correnti. E mentre le correnti portano alle riaffermazioni delle questioni personali, e non all’affermazione di una linea politica, le diverse ‘scuole di pensiero’ – dice ancora il segretario regionale – vanno rispettate”. Magorno ha ripreso anche la relazione del deputato Demetrio Battaglia che “ha introdotto un tema a lui caro, che conosce molto bene. Il punto vero è far conoscere in maniera approfondita il contenuto della riforma e far capire che non è un voto sul Partito, ma sulle riforme.
E proprio riprendendo il codice etico, la legalità e il rispetto delle regole, Magorno rimarca che “con senso di responsabilità vanno sistemate le questioni interne. Per la città di Catanzaro non possiamo rischiare: io sono preoccupato, ma non dell’attribuzione di responsabilità della eventuale sconfitta, ma perché vincere a Catanzaro non significa mettere la bandierina ma significa mandare a casa le lobbies, le stesse che combattono il presidente Oliverio alla Regione. Catanzaro è un crogiuolo di interessi che vanno sconfitti, questa è l’emergenza Catanzaro, Bisogna essere responsabili e sono felice che Enzo Bruno a Catanzaro e Sebi Romeo abbiano assunto con responsabilità le determinazioni che assumiamo su quelle federazioni.
Dopo le dimissioni del segretario provinciale di Crotone, vanno individuate delle soluzioni: se ce ne sono valutiamole, altrimenti diversamente serve una assunzione di responsabilità del partito nazionale. Per ripartire con una grande partito organizzato dobbiamo mette a posto le cose, nel rispetto dei territori che hanno la loro autonomia. Ognuno deve fare la sua parte, ci vuole una grande assunzione di responsabilità anche da parte di chi rappresenta il Partito nelle istituzioni. Le divisioni sono frutto di personalismi. Se l’assemblea condivide quello che ho proposto, voglio un applauso adesso, perché mi sento più forte”. Confermata, infine, la convocazione della conferenza stampa di lunedì per la presentazione della segreteria regionale.