Aumento permessi per assistenza secondo la L.104 per tutti ma non per le Forze dell’ordine, Fsp a Lamorgese: “Nelle famiglie dei poliziotti disabili di serie B”
“Abbiamo visto con estremo rammarico che il Governo considera i disabili appartenenti alle famiglie dei poliziotti italiani come ‘figli di un Dio minore’, dal momento che, avendo previsto un aumento dei giorni di permesso per assistenza proprio ai parenti disabili per tutte le categorie a causa dell’emergenza Covid 19, ha però escluso specificamente da questa misura i disabili congiunti del personale in divisa.
Questa assurda previsione era contenuta nel decreto Cura Italia, che negava alle Forze dell’ordine i 12 giorni aggiuntivi per assistenza ai disabili relativi ai mesi di marzo e aprile ma, essendo entrato in vigore il 30 aprile, di fatto non ha causato danni concretizzando l’inaccettabile discriminazione per i disabili delle famiglie del Comparto.
Ciò però non toglie quanto vergognoso sia anche il solo pensare di poter trattare alcuni cittadini italiani, quelli che hanno la sciagura di essere familiari di operatori in divisa, come disabili che contano meno”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, che a nome della Federazione Sindacale di Polizia ha scritto al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per denunciare un’abnorme discriminazione che potrebbe venirsi a creare per gli operatori in divisa in tema di permessi retribuiti per assistenza ai disabili previsti dalla L. 104/1992.
Il numero di tali permessi, infatti, con il decreto 18/2020 relativo a misure emergenziali emesse a causa del Covid 19, è stato aumentato di 12 giorni per i mesi di marzo e aprile per tutte le categorie, ma con espressa limitazione, al comma 2-bis dell’art. 24, nei confronti di poliziotti, carabinieri, finanzieri, penitenziari, vigili del fuoco, militari e poliziotti locali.
“Come è noto – aggiunge Mazzetti – il Governo ha in preparazione un nuovo Decreto in cui con ogni probabilità saranno rinnovate tutte le misure emergenziali del CuraItalia, tra cui proprio i 12 giorni di permesso in più di cui usufruire per assistere i familiari disabili nel bimestre maggio-giugno.
E noi, visto ciò che è stato vergognosamente previsto nel Decreto precedente in danno dei familiari del personale in divisa, ora lanciamo un monito perché non vorremmo mai che si perpetuasse l’inaccettabile, orribile, vergognosa situazione di vedere che i disabili appartenenti alle famiglie dei poliziotti, più esposti che mai a tutti i rischi legati a questa emergenza, vengano considerati persone di serie B”.