
Rileggendo il comunicato della sezione locale del PD in risposta alle osservazioni del gruppo “Ripartiamo” sui danni subiti dal lungomare di Davoli a seguito delle mareggiate dei giorni scorsi, e ascoltando l’intervento del sindaco su una TV locale in merito ai recenti danni alluvionali, noto che entrambi continuano ad esercitare con livore e acredine il loro sport preferito di spostare a proprio piacimento l’asse della discussione dal piano politico a quello della volgare aggressione personale
ripetendo la solita manfrina che le critiche mosse nascono dal non aver saputo accettare la sconfitta elettorale, dal voler mettere in difficoltà l’amministrazione, dalle responsabilità sul “disastro finanziario, urbanistico, organizzativo” ereditato da questa amministrazione, etc..etc.; il tutto condito con una massiccia dose di celebrazione, autocelebrazione narcisistica nel caso del sindaco, sulla straordinaria capacità amministrativa messa in campo. Premesso che è vero, l’intervento di “Ripartiamo” si è focalizzato sul problema del lungomare, ma questo è del tutto normale dal momento che l’argomento ci ha tenuti impegnati per mesi in una diatriba con la maggioranza che, nella migliore delle ipotesi, di fronte alle nostre argomentazioni sulla opportunità di apportare alcune modifiche al progetto sì da renderlo maggiormente sicuro, non ha trovato niente di meglio che sbeffeggiare le soluzioni proposte qualificandole come “realizzazione di palafitte”. Non ritengo qui, comunque, di entrare nuovamente nel merito di quanto si poteva, e si doveva, fare; chi ha tempo e voglia può andare a rileggersi i nostri interventi dell’epoca e farsi un’idea se le cose che dicevamo, anche alla luce di quello che poi è realmente successo, erano sensate o no. E non si insista nel dire che le osservazioni mosse dal gruppo “Ripartiamo” erano tardive e miravano a far perdere il finanziamento per la scadenza dei termini di rendicontazione, pertanto non era più possibile procedere ad alcuna variazione. Prova del contrario è, a titolo di esempio, quanto sta avvenendo in Comuni a noi vicini, come Soverato e Montepaone, dove progetti rientranti nei Pisl, come lo era quello del lungomare di Davoli, sono ancora in corso di realizzazione. Addiritura sembrerebbe, seppure la notizia non è ancora confermata, che i termini di scadenza verrebbero ulteriormente prorogati a giugno 2017. Il “Solone”(citazione dall’intervento televisivo del sindaco), che dovrebbe essere il sottoscritto, quando suggeriva di contattare gli uffici preposti prospettando soluzioni alternative che tenessero nel debito conto il problema dell’erosione costiera, nonché della tutela delle abitazioni a monte del lungomare, aveva come unico obiettivo quello di evitare di buttare letteralmente a mare soldi pubblici realizzando, invece, un’opera durevole nel tempo. Ma di fronte alla protervia e alla arroganza non ci sono argomenti che reggono, e così oggi non si trova di meglio che perpetrare la solita politica dell’attacco, per evitare di mettere se stessi in discussione; veniamo chiamati sciacalli, con un linguaggio che trascende ogni forma di rispetto personale e istituzionale. Ci si voglia credere o no, nel vedere quanto successo sul lungomare , il sentimento prevalente è stato un misto di rabbia, amarezza e delusione, perchè prima di essere amministratori, o persone legate a questo o quel gruppo politico, siamo cittadini che oggi vedono deturpato l’ambiente in cui vivono e svanita nel nulla un’ottima opportunità, e ciò non per una calamità naturale, ma per l’insensata presunzione di chi non ha voluto sentire ragioni.
A giustificazione dell’operato dell’amministrazione si è detto che la politica è fatta di scelte. Verissimo! Salvo poi avere il coraggio di assumersi le responsabilità dei propri errori quando quelle scelte si rivelano scellerate, soprattutto se le conseguenze erano ampiamente prevedibili (“..lo sapevo anche io che c’era il pericolo…non c’era bisogno che venisse il Solone a dirmelo” (cit) ) . Un accenno, infine, al “richiamo all’unità” di fronte alle situazioni di emergenza come quelle causate dalle calamità naturali, appello che in questa sede riteniamo puramente strumentale per spostare, come si è detto, il piano della discussione e creare confusione sulle responsabilità. E’ del tutto ovvio che siamo solidali con i cittadini che hanno subito danni per gli eventi che hanno colpito il nostro territorio. Non a chiacchiere, ma con i fatti, chi ha vissuto e gestito numerosi eventi alluvionali come il sottoscritto è stato vicino alla cittadinanza predisponendo le immediate somme urgenze necessarie all’eliminazione dei pericoli e alla salvaguardia dell’incolumità di persone e beni.Questo allora; oggi sa benissimo il Sindaco di essere stato, nei giorni precedenti e durante gli eventi calamitosi, contattato in privato, senza clamori mediatici, dal sottoscritto che, con esclusivo spirito di servizio per la comunità, gli ha segnalato varie situazioni di criticità. Bene ha fatto l’amministrazione se, come era suo dovere, è prontamente intervenuta, e bene ha fatto a mettere in campo azioni, come la pulitura dei canali, che possono aver limitato conseguenze più dannose. In merito potremmo dire, senza falsa modestia, che è principalmente grazie alle numerose e consistenti opere di prevenzione realizzate negli anni di amministrazione del “Solone” che il territorio di Davoli oggi non subisce gli stessi effetti catastrofici di un tempo e che, purtroppo, vediamo altrove. Ma, come si è detto, questi sono altri argomenti che non ci interessa trattare in questa sede.
Su questi e sulle accuse che mi vengono mosse, sia in maniera palese che subdola, con malcelate minacce, colgo anche questa occasione per rivolgere al Sindaco l’ennesimo invito ad un pubblico confronto.