Almeno 15 magistrati calabresi del distretto di Corte d’Appello di Catanzaro sono indagati in un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Salerno per vicende e reati diversi come favoreggiamento mafioso, corruzione e corruzione in atti giudiziari. La notizia è stata rivelata ieri dal “Fatto quotidiano”.
Alla base della vicenda ci sarebbe uno scontro tra il Procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini e il Procuratore della repubblica del capoluogo calabrese Nicola Gratteri. I pm di Salerno, magistrati competenti per le indagini sul distretto del capoluogo calabrese, stanno lavorando, dall’estate scorsa, sulle carte trasmesse dalla Procura di Catanzaro guidata da Gratteri.
Sotto inchiesta sarebbero finiti magistrati requirenti e giudicanti, pure con ruoli apicali, come il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, l’aggiunto di Catanzaro Vincenzo Luberto e il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla.
Secondo le ipotesi accusatorie tutte, da verificare, scrive ancora il Fatto Quotidiano, Spagnuolo avrebbe favorito un indagato in cambio del suo silenzio sul fratello, Ippolito Spagnuolo, medico psichiatra, mentre il procuratore aggiunto catanzarese Luberto sarebbe accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e abuso per avere riferito notizie su un’operazione all’ex vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo.
Un fascicolo riguarderebbe anche il procuratore di Castrovillari, Facciolla accusato di abuso d’ufficio perché chiamato in causa da un maresciallo dei cc Forestale che, con il suo presunto avallo, avrebbe manipolato atti di indagine.
I fascicoli non hanno portato, allo stato attuale, ad alcuna richiesta di misura preventiva o richiesta di rinvio a giudizio. Andrebbe comunque verso l’archiviazione il fascicolo che era stato aperto al Csm sui contrasti tra i vertici giudiziari di Catanzaro, il Pg Otello Lupacchini e il procuratore Nicola Gratteri. La Prima Commissione, a quanto si è appreso, si è già espressa all’unanimità per la chiusura della pratica, e la prossima settimana depositerà la sua proposta. Il caso è rimasto circoscritto e non ha avuto risonanza nell’ambiente giudiziario: è per questo che secondo la Commissione non ci sarebbero gli estremi per una procedura di trasferimento per incompatibilità dei due magistrati. Il Fatto ha scritto di una nota interna con cui Lupacchini ha contestato a Gratteri il mancato rispetto di regole di coordinamento con gli altri uffici giudiziari. E, riportando stralci dei verbali delle audizioni fatte a luglio dai due magistrati al Csm, riferisce delle bordate reciproche che si sono rivolti.