La Suprema Corte di Cassazione ha annullato con rinvio il decreto della Corte D’appello di Catanzaro che in data 25.11.2016 aveva confermato l’applicazione della sorveglianza speciale in capo al Procopio Francesco.
La Suprema Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale, accogliendo il ricorso proposto dalla difesa, la penalista Maria Tassone e Salvatore Staiano, ha disposto l’annullamento con rinvio del decreto con il quale la Corte d’Appello di Catanzaro aveva confermato la misura della sorveglianza speciale nei confronti di Procopio Francesco figlio di Fiorito, presunto boss della cosa Procopio-Sia-Tripodi.
I giudici di Catanzaro avevano posto alla base della propria motivazione i precedenti penali del Procopio ed i legami parentali con alcuni soggetti ritenuti appartenenti alla cosca Procopio-Sia-Tripodi, ritenendo dunque il giovane un “soggetto pericoloso”.
Gli avvocati del Procopio hanno impugnato il decreto della Corte d’Appello di Catanzaro dinanzi la Suprema Corte contestandone la legittimità.
Nello specifico l’Avvocato Maria Tassone ha così oggi commentato l’annullamento: “la corte d’appello di Catanzaro aveva confermato l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza in capo al Procopio, ritenendolo soggetto pericoloso, senza tuttavia dare corpo ad un adeguato percorso motivazionale idoneo ad indicare la valenza degli elementi emersi in sede penale rispetto ad un giudizio di pericolosità sociale in capo al prevenuto. Ed, invero, la motivazione dei giudici territoriali non ha fornito alcuna spiegazione idonea a giustificare il motivo per cui elementi che non sono stati in grado di sorreggere una sentenza di condanna in sede penale – sul punto, si ricorda che il Procopio è stato assolto con formula piena nel processo incardinato a seguito dell’operazione c.d. Showdown – possano essere invece valutati positivamente in relazione all’applicazione di una misura di prevenzione personale. Tale aspetto invece, è stato evidentemente colto positivamente dalla Suprema Corte che ha annullato con rinvio per un nuovo esame degli atti, accogliendo i motivi posti alla base del ricorso in Cassazione.”
Si aspetta ora che una nuova sezione della Corte d’Appello di Catanzaro, sulla stregua della motivazione dei giudici di Piazza Cavour, rivaluti la posizione del Procopio Francesco.