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Nota stampa dell’imprenditore Pippo Callipo sulle dichiarazioni del Segretario Provinciale Uil, Roberto Castagna:
Il Segretario Provinciale della UIL, Roberto Castagna, rappresenta, nella sua denuncia pubblicata il 16 marzo scorso, in modo chiaro e crudo alcuni aspetti drammatici della situazione Calabrese.
Se è vero che nel resto della nazione ci sono dei timidi segnali di ripresa in Calabria dobbiamo ancora uscire da una crisi che non è solo quella che ha interessato l’Italia negli ultimi anni ma è una crisi strutturale, quasi congenita, dalla quale decenni di mala politica non ci hanno tirati fuori.
Se in altre Regioni hanno avuto amministratori in grado di indirizzare un sia pur minimo sviluppo, qui nulla è cambiato. Anzi è sotto gli occhi di tutti che siamo ritornati indietro di qualche decennio con alcune differenze sostanziali che, pur non volendo fare un’analisi sociologica, attengono soprattutto agli atteggiamenti delle persone e al loro modo di fare. Fino a qualche decennio fa era viva e cresceva la speranza di vedere la Calabria svilupparsi e mettersi al pari con il resto d’Italia, oggi la società civile è pervasa da un senso di rassegnazione e amarezza che nulla di buono fa presagire. Fino a qualche decennio fa i figli di questa terra immaginavano e programmavano il loro futuro nel Nord-Italia adesso lo programmano e lo immaginano all’estero. Fino a qualche decennio fa c’era fiducia nelle istituzioni oggi, la spregiudicatezza e l’assenza di valori con cui viene gestita la cosa pubblica, ce l’ha fatta perdere.
Ho sempre creduto nelle potenzialità di questa regione e l’ho ampiamento dimostrato scegliendo di continuare ad investire in nuove attività, (dando lavoro a più di 300 persone) proprio in momenti in cui altri preferivano delocalizzare. Ho pensato e sperato che le mie denunce pubbliche potevano in qualche modo scuotere le coscienze dei nostri amministratori politici e istituzionali; in realtà l’unico effetto sortito è stata l’inimicizia di molti potenti che più di una volta si sono sentiti attaccati. Vorrei, come in altre occasioni essere propositivo ed ottimista, ma oggi, purtroppo, il mio spirito è fiaccato dalla consapevolezza che, se non ci sarà un intervento divino, la nostra regione è destinata, come forse anche l’Italia, ad un declino sempre più prossimo, la cui responsabilità ricade in misura maggiore su una classe politica-dirigenziale, accomunata, nell’alternanza alla guida di questa regione, dall’incapacità di programmare con serietà e lungimiranza.