
Ognuno faccia la sua parte e partecipi ai funerali dei braccianti morti in Puglia se e’ convinto. Ma chi ha responsabilità di governo non può limitarsi solo ai funerali.
E tutti noi cittadini consumatori (o coproduttori – come dice slow food) regoliamoci di conseguenza nei nostri acquisti. Non possiamo essere contenti di vedere prezzi cosi stracciati quando compriamo i pelati o la salsa.
Qualcuno ci ha speculato sopra ed alla fine ci rimettono i piccoli contadini , i lavoratori onesti ed i braccianti sfruttati di qualunque colore sia la loro pelle. La magistratura segua come procede la filiera di quei pomodori di quei campi interessati dai due incidenti. Chi li ha coltivati , chi li ha raccolti.
Chi li ha portati nelle industrie di lavorazione e chi nei supermercati. Il costo della materia prima e quello del barattolo finito! Per slow food un prodotto di qualità deve essere buono, pulito, giusto e sano (buono= piacevole al palato. Pulito=ottenuto con procedimenti agricoli sostenibili. Giusto : con il giusto compenso per tutti i lavoratori della filiera del prodotto.
E sano: per la nostra salute). I raccoglitori di pomodori ed il loro compenso speculativo da schiavi non appartengono a questo modo di pensare. Per questo dobbiamo ribellarci ed andare fino in fondo per fare emergere il marcio e la illegalità.
Marisa Gigliotti