È stato presentato questa mattina a Napoli il Rapporto Pendolaria 2015 di Legambiente.
Il Dossier presenta l’immagine di un Paese che viaggia sempre di più a velocità differenti tra Nord e Sud.
Da una parte assistiamo al successo di treni moderni e veloci con un’offerta sempre più ampia e articolata che si muovono tra Salerno, Roma, Torino e Venezia, e dall’altra la progressiva riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza su tutte le altre direttrici nazionali, dove si è rimasti fermi agli anni Ottanta come tempi di percorrenza.
Ogni giorno i treni regionali che circolano tra Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna sono meno di quelli della sola Lombardia (1.738 contro 2.300).
Non solo, quei treni sono anche più vecchi al Sud rispetto al Nord (20,4 la media di età contro 16,6) e sono più lenti, perché larga parte delle linee sono a binario unico e non elettrificate.
In alcuni territori sono invece proprio scomparsi i treni, visto che in questi anni sono stati chiusi 1.189 chilometri di linee ferroviarie in tutta Italia.
Alla presentazione hanno partecipato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, Orazio Iacono, Trenitalia, direttore treni regionali, Maurizio Battini Ministero delle Infrastrutture, Capo segreteria tecnica, Luca Cascone Presidente Commissione Trasporti Regione Campania, Gianpiero Strisciuglio RFI, Direttore esercizio rete, Giovanni Giannini Assessore ai trasporti Regione Puglia, Aldo Berlinguer Assessore ai trasporti Regione Basilicata, Francesco Mari della Struttura Speciale dell’Assessore alle Infrastrutture della Regione Calabria, Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania e che ha visto la partecipazione di associazioni e Comitati pendolari, circoli e regionali Legambiente.
Legambiente chiede al Governo di dare subito un segnale al Sud di cambiamento, intervenendo sulle 8 linee ferroviarie principali per velocizzare i percorsi e acquistando nuovi treni, per rendere più confortevole il viaggio e ampliare l’offerta.
Serve un Ministero delle Infrastrutture che le scelga come prioritarie e le finanzi nel contratto di programma con RFI, e in parallelo inserisca questi collegamenti nel contratto Intercity con Trenitalia e stanzi le risorse per acquistare i nuovi treni necessari a potenziare il servizio.
DATI CALABRIA. Tra le 10 peggiori tratte ferroviarie d’Italia, al quinto posto troviamo la Reggio Calabria – Taranto.
L’età media dei treni in Calabria è di oltre 21 anni. Circolano, infatti, convogli con carrozze vetuste, con porte guaste e senza aria condizionata. E ancora, spesso si verificano problemi ai finestrini ed ai servizi igienici, ritardi e soppressioni a causa dei treni vecchi.
A causa del taglio di 20 milioni di euro della Regione Calabria al contratto di servizio con Trenitalia, la linea jonica ha visto la soppressione di 26 treni regionali (poi diventati 16) con un conseguente enorme disagio per la costa jonica lucana. Tra il 2010 e il 2015 il taglio al servizio ferroviario è stato pari al 26% in Calabria.
La notizia di tre nuovi treni ATR 220 “Swing” che Trenitalia ha destinato al servizio ferroviario regionale sulla linea Jonica Sibari/Reggio Calabria rappresentano un primo buon risultato.
Tra gli interventi calabresi, citati nel dossier, quello del treno “Tamburello”. Si tratta del collegamento Melito di Porto Salvo-Reggio Calabria-Rosarno, una linea ferroviaria vantaggiosa per i pendolari perché effettua un servizio di metropolitana di superficie, introdotto per diminuire i disagi causati dai lavori sulla Autostrada Salerno-Reggio Calabria che, come è noto, non è ancora terminata, mentre dal Dicembre del 2010 il servizio non è più stato finanziato dal Ministero dei Trasporti, che ha cancellato le risorse necessarie.
La Regione Calabria, nell’ambito del servizio ferroviario regionale, ha deciso nel 2011 di finanziare e garantire la presenza di questo treno indipendentemente dai lavori autostradali.
Con l’istituzione della fermata “Aeroporto” il servizio è stato rilanciato nel 2013, sempre finanziato dalla Regione Calabria, ma vede il passaggio di sole 7 coppie di treni al giorno, in diminuzione rispetto agli scorsi anni e soprattutto la mattina in orari non vantaggiosi per i pendolari.
L’ennesimo grave taglio dei treni sulla linea jonica aveva addirittura stabilito a fine 2012 che la tratta Sibari-Taranto non doveva essere più servita da treni viaggiatori ma soltanto da autobus (5 coppie al giorno) su questa tratta della jonica e l’aspetto più grave riguardava le motivazioni di questo autentico disastro nel trasporto pubblico locale ed interregionale, causato dal mancato accordo tra le Regioni interessate.
Dopo mesi di trattative furono ripristinate nell’Aprile 2013 due coppie di treni, mentre dal 2014 si è ritornati addirittura ad un solo collegamento Intercity.
Il problema principale di questa tratta è quella di essere concepita come ausiliare del trasporto su autobus, quando generalmente avviene il contrario.
Nel corso degli ultimi due anni la Regione Calabria ha tagliato circa 20 milioni di euro al Contratto di Servizio con Trenitalia. In seguito a questa decisione a partire dalla metà del 2014 è stata decretata la soppressione di ben 26 treni regionali solo sulla linea Jonica tra Reggio e Metaponto e tra Catanzaro Lido e Lamezia. In seguito alle trattative tra Regione e Trenitalia i tagli sono poi diventati 16, con 10 corse ripristinate.
Ma allarmano le notevoli riduzioni su alcuni linee, come la già citata Jonica e la linea Rosarno-Lamezia Terme Centrale via Tropea.
Migliora la situazione della linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme.
Infatti, dopo un taglio di circa 10 milioni di Euro da parte della Regione sul Contratto di Servizio avvenuto nel 2014 la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale fu classificata come tratta a scarso traffico e vedeva 10 collegamenti al giorno (per senso di marcia) di cui solo 3 con treni regionali. Nel 2015 si è tornati almeno ad incrementare i treni regionali arrivando a 7 coppie al giorno.
Il resto rimane comunque sostituito con autobus. Nonostante sia una linea, di 42 km, a binario unico, risulta strategica perché unisce i versanti tirrenico e jonico della Calabria tanto da aver fatto proporre la sue elettrificazione più volte negli ultimi anni.
I disagi rimangono per un’area, quella jonica, già martoriata sul fronte del trasporto ferroviario e che da anni non è collegata in modo diretto in treno con Lamezia Terme Centrale, avendo spezzato i collegamenti Regionali provenienti dalla Jonica sud(Reggio Calabria/Roccella Jonica) e da Crotone/Sibari, a Catanzaro Lido.
Anche per questa Regione sono numerose le proposte sollevate dai Comitati e dalle Associazioni dei pendolari. Ad esempio il treno regionale Roccella Jonica-Catanzaro Lido in partenza alle ore 6 risulta totalmente inutile all’utenza studentesca diretta a Soverato, che ne usufruiva fino allo scorso dicembre 2014.
Si propone quindi di ripristinare il vecchio orario di partenza da Roccella J. alle ore 6,50.
Tra Reggio Calabria Centrale e Catanzaro Lido invece non sono ancora state eliminate le fermate intermedie di Caulonia, Guardavalle, S. Caterina Jonio, Badolato, S.Andrea Jonio, totalmente inutili nella fascia oraria dei pendolari, e la cui presenza ha allargato eccessivamente i tempi di percorrenza, rendendo così inutilizzabile il treno dagli studenti universitari diretti a Catanzaro.
Per il regionale delle 15,52 da Sibari a Reggio Calabria Centrale al contrario non è ancora stata ripristinata la fermata di Monasterace-Stilo, fortemente richiesta dall’utenza pendolare di rientro, che si sposta da Catanzaro a quest’ultima località.