In occasione della celebrazione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne la Questura di Catanzaro ha organizzato un momento di riflessione dal titolo “…questo non è amore” rivolto agli studenti delle scuole secondarie, ai docenti, nonché agli avvocati, agli assistenti sociali e agli psicologi della provincia.
Il convegno seminariale si è tenuto la mattina di ieri 22 novembre, presso la Sala del Cenacolo dell’Istituto Tecnico – Settore Tecnologico “E. Scalfaro”, con la partecipazione di 135 studenti appartenenti alla scuola ospitante, e a tre licei (artistico, scienze umane, linguistico) dell’Istituto Istruzione Superiore “G. De Nobili” e dell’Istituto Tecnico Attività Sociali “ B. Chimirri”.
Al tavolo dei relatori, moderato dalla giornalista di RAI 3 d.ssa Emanuela Gemelli, il Questore di Catanzaro, D.ssa Amalia Di Ruocco, il Sostituto Procuratore D.ssa Debora Rizza, il medico psichiatra dell’ASP d.ssa Vittorina Francesca Palazzo, la d.ssa Lina Pingitore dell’Ufficio Minori della Questura, il presidente della Consulta Provinciale Studentesca Simone Giglio. Presenti in platea i Comandanti provinciale dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Ha portato il suo saluto il Prefetto di Catanzaro, d.ssa Luisa Latella, che ha parlato di una sentenza confermata in appello in cui è stato imposto all’uomo maltrattante di curarsi, ritenendo questo un punto di svolta importante visto che sul tema c’è stata una evoluzione normativa e un grande impegno delle Forze dell’Ordine.
In premessa il Questore Di Ruocco ha spiegato le motivazioni per le quali ha fortemente voluto questa iniziativa per ascoltare direttamente la voce dei giovani sul fenomeno, di come viene percepito e quanto sia conosciuto. Questo convegno è stato preceduto dalla somministrazione di un questionario, appositamente strutturato, a 500 studenti delle scuole partecipanti.
Il Questore ha proseguito parlando delle varie forme di violenza e del profondo segno che lasciano nelle vittime. L’aguzzino ha un identikit: è italiano, il più delle volte è il marito, il fidanzato o l’ex
partner. L’esortazione è di “non tacere”, la violenza va fermata subito per evitare che possa degenerare. La Polizia di Stato e le altre Forze dell’Ordine, le Istituzioni, dalla Giustizia all’ASP, dalla Scuola alle Associazioni, vogliono essere vicine a tutte le vittime di violenza e soprattutto accanto ai giovani.
Ha ripercorso, poi, le tante iniziative realizzate nel 2017 dalla Questura di Catanzaro:
- la creazione di una casella e-mail dedicata spazioascolto.cz@poliziadistato.it
- la costituzione di un gruppo di “auto-mutuo aiuto tra donne vittime di violenza” per aiutare le donne che hanno denunciato ad uscire dall’isolamento e dall’emarginazione del contesto sociale di appartenenza
- l’adozione, recependo le direttive ministeriali del Protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite). Il Protocollo ha codificato le linee guida per la gestione degli interventi da parte delle Volanti per le liti in famiglia. La procedura è volta alla creazione di uno storico degli interventi in argomento, al fine di tenere sotto controllo situazioni di disagio e, in caso di reiterazione di fatti di violenza, avere la possibilità di intervenire anche in assenza di formali denunce. Dall’inizio dell’anno sono 19 i casi registrati.
Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino all’arresto in flagranza, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.
Dopo la proiezione di un breve video in ricordo di una giovane donna uccisa barbaramente dal fidanzato nel 2011 a Lamezia Terme, la d.ssa Pingitore ha illustrato e commentato i risultati dell’indagine condotta con il questionario. I ragazzi ritengono che la violenza sessuale e quella psicologica siano le peggiori, in pochi conoscono la violenza assistita. In 192 hanno ritenuto che uno dei luoghi in cui si corre maggior rischio di subire violenza sia la discoteca.
In 75 dicono di aver assistito ad una violenza su ragazza/donna e 43 conoscono qualcuno che sta subendo violenza. Chiedono alle Istituzioni di essere presenti nelle scuole anche con uno sportello di ascolto.
Il Sost. Procuratore, d.ssa Rizza, si è soffermata sull’impatto sociale della violenza, sull’aggressività crescente dello stalker, sul condizionamento totale della vita di chi subisce violenza. Ha evidenziato che negli ultimi tempi, purtroppo, si assiste all’abbassamento dell’età sia dello stalker che delle vittime di stalking. I dati sono allarmanti, specie quelli che riguardano gli adescamenti con l’uso del web. Ha, quindi, fornito consigli su come stare molto attenti, come e a chi rivolgersi in caso di violenza subita su se stessi o su altri, e spiegando le competenze delle Istituzioni, concludendo con l’esortazione: “, staccatevi ogni tanto dal cellulare, vivete più tempo per le relazioni umane prendete in mano la vostra vita e fatene un meraviglioso capolavoro”
Toccante la testimonianza di una donna che, a luci soffuse, ha voluto brevemente narrare il dramma vissuto per circa dieci anni, durante i quali ha subito violenze di ogni genere, psicologiche e fisiche, fino al pericolo di vita per lei e i suoi figli. “non bisogna tacere ed accettare la violenza, Amore significa rispetto, se c’è violenza …non è amore”.
Molto profondo l’intervento del presidente della Consulta Provinciale Studentesca che ha concluso con “le donne non si toccano nemmeno con un fiore” .
Il medico psichiatra d.ssa Palazzo ha fornito importanti contributi nel delineare le varie forme di violenza e il loro impatto sulle vittime, descrivendo contesti e consigliando comportamenti per difendersi e uscire dal silenzio.
La mattinata si è conclusa con un partecipato dibattito, molti gli studenti che hanno voluto prendere la parola soprattutto per ringraziare i relatori che hanno dedicato attenzione a loro, decidendo di scegliere la scuola e gli studenti in occasione della giornata internazionale per parlare di un tema, purtroppo attuale ed in aumento, della violenza sulle donne.