Le ricerche condotte da Padre Giuseppe Sinopoli hanno svelato documenti inediti
“Il Convento dei Carmelitani. Una memoria storica da custodire”. Questo il titolo del volume presentato a San Vito sullo Ionio, nel corso di una partecipata manifestazione culturale. Al tavolo dei relatori l’autore del libro, Padre Giuseppe Sinopoli, introdotto dal saluto del sindaco, Alessandro Doria, e del parroco, don Roberto Ghamo. Le relazioni centrali sono state, invece, tenute dal giornalista Francesco Pungitore e dal vicario provinciale dell’Ordine cappuccino, Padre Giovanni Lorìa. Ha moderato il consigliere comunale delegato alla Cultura, Claudio Cosentino. Nel corso della serata, padre Giuseppe è stato premiato con la consegna di una targa che ne celebra le doti di “figlio illustre di San Vito”. Il libro in questione è frutto di una lunga e meticolosa ricerca che ha portato alla luce fonti e documenti di enorme rilevanza storica per ricostruire le vicende del Convento di San Vito, di cui, purtroppo, oggi restano in piedi solo pochi ruderi. Il sito religioso, verosimilmente, nel 1.600 era già il cuore pulsante, l’epicentro di un vasto territorio, non soltanto per i devoti e i fedeli che attirava a sé, ma anche in quanto fulcro ed emblema protettivo di una intera comunità rurale. Racconta Padre Giuseppe nel suo volume: “Nel corso degli anni, il Convento piano piano si è imposto come ricercato punto di riferimento culturale e spirituale oltre che di formazione professionale, al punto che i Superiori Maggiori, nei primi decenni del settecento, lo hanno eletto come sede di Studio per i loro giovani aspiranti al sacerdozio”. L’opera inquadra la struttura conventuale di San Vito in un contesto di riferimento più ampio, riallacciandosi alle origini dell’Ordine dei Carmelitani, che qui lo eressero intorno alla metà del 1.500, tra il 1.541 e il 1.550, portando il loro carisma di preghiera e contemplazione. Nel libro troviamo, peraltro, una dettagliata ricostruzione architettonica del sito, dell’edificio, dei muri perimetrali, dell’intera superficie, insieme alle attività artigianali, agricole e produttive che insistevano nell’area in questione. Un volume di enorme valore storico, sociologico e antropologico, dunque, che completa il quadro delle ricerche fin qui dedicate da Padre Giuseppe Sinopoli al suo paese natio.