Il nuovo depuratore: un’occasione per la difesa dell’ambiente e per lo sviluppo del territorio – di Michele Drosi, già sindaco di Satriano
Ho ritenuto di dover intervenire e di dover esprimere il mio punto di vista sulla vicenda del nuovo depuratore consortile di Satriano, Soverato, Davoli e San Sostene, poiché quest’opera è stata pensata e concepita nel corso del mio mandato di sindaco, in considerazione della circostanza che l’impianto esistente risaliva a oltre quarant’anni fa, era al collasso strutturale e l’area circostante era ormai ampiamente urbanizzata per la presenza di nuove costruzioni con centinaia di famiglie.
Un impianto vetusto, quindi, che aveva bisogno di una manutenzione continua, anche a causa dei continui guasti, con un notevole aggravio di costi, e ormai insufficiente per l’aumento della popolazione residente e per l’impennata delle presenze nel periodo estivo.
Non è esagerato affermare, pertanto, che eravamo di fronte a una vera e propria “bomba ecologica”, che aveva posto i comuni interessati nella condizione di infrazione rispetto ai dettami della direttiva CEE 271/91 (Proteggere l’ambiente dalle ripercussioni negative provocate da scarichi di acque reflue).
Per fare fronte a questa non più tollerabile situazione, nel 2012, insieme al sindaco di
Soverato, Raffaele Mancini, abbiamo assunto l’iniziativa di chiedere al governo nazionale un
finanziamento di 5 milioni di euro per costruire un nuovo depuratore in un sito decentrato rispetto ai centri abitati e per avviare il completo recupero ambientale di quella parte di territorio, particolarmente vocata per le attività turistiche e per l’eventuale insediamento di importanti infrastrutture necessarie per lo sviluppo dell’intera zona.
Il CIPE, grazie anche al nostro impegno e alle nostre sollecitazioni, inserì nei suoi programmi la nostra richiesta, destinando un finanziamento di 5 milioni di euro.
I quattro comuni interessati predisposero subito, attraverso i propri uffici tecnici, un progetto di fattibilità con la previsione di un impegno finanziario di circa sette milioni di
euro e, quindi, superiore al finanziamento ottenuto.
A questo punto, si rendeva necessario dare corso a un Avviso di gara a livello europeo per l’individuazione di un soggetto economico disponibile a farsi carico della somma da integrare, mediante un progetto di finanza per rendere possibile l’esecuzione dell’importante opera.
Individuato, attraverso la gara, il soggetto economico, si è passati alla proposta progettuale definitiva redatta dall’impresa appaltatrice. Questo progetto venne respinto dalla Regione Calabria a causa di osservazioni sollevate dal Nucleo di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), in ordine a problematiche di carattere idrogeologico rispetto alla localizzazione dell’intervento.
A questo punto le Amministrazioni interessate, hanno immediatamente individuato una nuova area, situata più a nord rispetto a quella precedente che, questa volta, è stata ritenuta idonea dal Nucleo VIA e dal Commissario Straordinario Unico, nominato dal Governo nazionale, per il coordinamento e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque, che ha condiviso il percorso tecnico- amministrativo proposto, che si delineava attraverso due lotti: il primo, già realizzato, per un importo di 788.650,93 euro, rivolto alla realizzazione di tutte le nuove opere di collettamento e di
riefficientamento degli impianti esistenti; il secondo, con un importo di 6.063.096,17 euro, per la realizzazione dell’impianto di depurazione e delle condotte di avvicinamento.
Per completezza di informazione, è opportuno sottolineare che la proposta e il progetto del
depuratore sono stati sottoposti anche al vaglio di più Conferenze dei Servizi, della Segretaria Scientifica del Ministero dell’Ambiente, dell’Autorità di Bacino Regionale, dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, della Direzione Regionale per i Beni Culturali Paesaggistici della Calabria e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che hanno espresso parere favorevole.
Il nuovo depuratore, per quanto di mia conoscenza, sarà dotato di tecnologie tra le più avanzate e le più sperimentate nel mondo occidentale. Lo studio di fattibilità predisposto dai quattro comuni aveva identificato, in maniera chiara, la tipologia di impianto da adottare, quella cioè a “fanghi attivi e flora sospesa a schema semplificato”, che è la più efficace rispetto a quella a “schema classico”.
Un sistema che prevede il trattamento biologico aerobico a membrana, conosciuto con
l’acronimo MBR (Membrane Bioreactor Processes). La funzione delle membrane è quella di
provvedere alla separazione del refluo trattato dalla biomassa attiva sviluppatasi durante il processo a fanghi attivi.
Questo sistema presenta due caratteristiche fondamentali: una migliore efficienza depurativa e una sensibile riduzione degli spazi realizzativi. L’impianto sarà dotato di una condotta di scarico delle acque nel fiume Ancinale, di un gruppo elettrogeno per ovviare alla mancanza di energia elettrica e garantire il funzionamento, della copertura delle vasche per il contenimento delle eventuali emissioni di cattivi odori, di un impianto di monitoraggio di tutte le utenze elettriche e strumentali e di tutte le stazioni di sollevamento distribuite sul territorio, delle opere di mitigazione ambientale, delle fonti energetiche rinnovabili (impianto fotovoltaico e turbina idraulica alimentata dalle acque depurate) e di una serie di opere complementari quali: strade di accesso, recinzione e cancelli, viabilità e fognatura interna, sistemazione a verde, edifici per i servizi.
La nuova struttura avrà una capacità di trattamento dei liquami per 20.000 abitanti e per 40.000 nel periodo estivo.
L’Area individuata, di 16.350 mq, è ubicata nel comune di Satriano, sotto le contrade di Votarelle e Santa Tecla del Comune di Davoli, a una distanza di circa 400 metri dalla sponda destra del fiume Ancinale, e risulta completamente al di fuori della delimitazione del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) e, quindi, non è soggetta a rischio idraulico e a vincoli paesaggistici e ambientali.
Comprende, inoltre, gli spazi necessari per prevedere una ulteriore linea di trattamento per altri 20.000 abitanti, che porterebbe la potenzialità complessiva dell’impianto a ben 60.000 abitanti. Gli spazi non occupati dall’impianto saranno sistemati a verde pubblico con la piantumazione di alberi ad alto fusto che costituiranno una barriera visiva rispetto alle strutture realizzate.
Il progetto prevede anche la dismissione e la demolizione del vecchio depuratore sito in località Corvo con il successivo recupero, attraverso la riqualificazione ambientale e paesaggistica di tutta l’area.
E’ chiaro come, al di là dei luoghi comuni improntati a una visione populista e demagogica
piuttosto che a una impostazione riformista che privilegia la capacità di costruire risposte, l’opera in questione ha un profilo strategico per lo sviluppo dei nostri territori.
Uno sviluppo che, proprio in virtù dell’accresciuta sensibilità ambientale presente nella società di oggi, non può essere disgiunto da un corretto ed equilibrato rapporto con il rispetto dell’ambiente.
E’ necessario sottolineare un altro aspetto di non secondaria importanza. L’avere, infatti, impostato e avviato, per tempo, questa importante infrastruttura che avrà una importante ricaduta occupazionale, ha consentito, inoltre, ai quattro comuni e, quindi, anche a quello di Satriano, di superare la grave infrazione comunitaria e di evitare il pagamento annuale di una multa di circa 800.000,00 euro.
Sono stati questi il tratto distintivo e l’impostazione programmatica, moderna e avanzata,
dell’Amministrazione comunale da me guidata per ben dieci anni che, per stare in questo campo, ha posto al centro della propria azione non solo la proposta del nuovo depuratore, ma anche il superamento di una criticità storica, e quindi di un reato ambientale, mediante la richiesta e l’ottenimento di un finanziamento di 1.200.000,00 euro per la realizzazione di un collettore fognario per lo smaltimento dei liquami del centro storico nella rete fognaria della marina.
Insistendo in questa direzione, è stato avviato anche, con la costituzione del partenariato e la firma del manifesto di intenti, uno dei primi Contratti di Fiume della Calabria, assunto a modello dall’Assessorato Regionale all’Urbanistica e dal Ministero competente, per mettere in campo tutte le iniziative necessarie per la bonifica dell’Ancinale e per un suo uso produttivo.
Questi sono i fatti, segni tangibili di un impegno concreto e costante portato avanti, con passione e determinazione, nell’interesse esclusivo della Comunità. Su tutto questo sarebbe utile e opportuno avviare un confronto di merito, per valutare l’impatto positivo di queste opere rilevanti sui nostri territori.
Mi dispiace, davvero, che invece di “volare alto” e di considerare nella maniera giusta il
valore strategico di alcuni risultati, si preferisce, da parte di taluni, indugiare e avvitarsi su questioni e procedure tecnico-amministrative, che sicuramente possono essere approfondite, ma che non possono rappresentare il cardine e la sostanza di un dibattito sulle prospettive del nostro paese.
Sono queste le ragioni che mi hanno sollecitato a dire la mia anche in questa circostanza. Ho ritenuto di doverlo fare anche per segnalare come la nostra presenza nelle Istituzioni locali non è passata invano.