Il gruppo ha voluto manifestare nel giorno contro la violenza sulle donne, con un progetto fotografico e di ricerca.
Un progetto che è venuto fuori dall’idea di posizionare delle scarpe rosse nella Piazza del nostro Comune dedicata alle donne, Piazza VIII Marzo, simbolo di uno spazio in cui chiunque può e deve esprimere i propri pensieri o le proprie idee.
Simbolo di apertura, incontro, condivisione, di libertà. La condizione che dovrebbe essere garantita ad ogni donna su questo pianeta.
Le scarpe rosse sono diventate ormai un simbolo internazionale della violenza sulle donne. La storia narra che nel 2009 l’artista messicana Elina Chauvet creò un’installazione, Zapatos Rojos, per denunciare gli abusi sulle donne e il femminicidio.
Davanti al consolato messicano a El Paso, in Texas, ricordò i femminicidi perpetrati nella città di Juarez attraverso un simbolo fortissimo. Scarpe rosse a rappresentare le vittime della violenza, e le donne che non le potevano più indossare.
Abbiamo usato diverse simbologie come la piazza, dedicata appunto alle donne, simbolo di incontro, condivisione, LIBERTA’.
Le scarpe rosse, simbolo della violenza con cui si verificano i femminicidi e le violenze psicologiche che molte donne subiscono nell’ambiente familiare, lavorativo o sociale, per condizioni di malessere culturale, economico o ideologico.
Ogni rappresentante del gruppo ha poi scelto delle frasi da scrittori famosi, personaggi pubblici, stesse donne vittime di violenza, per rappresentare il proprio pensiero sulla donna e dopo questa, i nomi di 10 donne calabresi, vittime di femminicidio e la cronaca che è seguita alla loro uccisione.
Ogni pensiero e ogni nome, è stato posto posto davanti ad ogni paio di scarpe. Un modo per ricordarle e ricordare che eventi così drammatici non si sentono solo in tv.
Su temi così importanti, serve non spegnere i riflettori delle giornate per ricordare o sensibilizzare ma, farne progetto di vita, di impegno quotidiano.
A tutte le donne che hanno subito violenza, fisica o psicologica, di quella che lascia lividi e di quella che rimane cicatrizzata nell’anima, diciamo di prendere coraggio e rinascere in una nuova condizione di LIBERTA’.
Abbiamo apprezzato il gesto di installazione di due panchine rosse da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco L’Andolina ma, con un certo rammarico manifestiamo la nostra delusione nel non essere stati invitati come rappresentanti di opposizione.
Sarebbe stato un momento di grande sensibilizzazione, oltre i ruoli, poter scoprire insieme un simbolo che ricorda quante siano nel mondo le donne che soffrono, e farlo condividendo un’idea non nostra ma di grande impatto emotivo.
E’ partendo dalla condivisione che si dà l’esempio di pace e crescita.