La differenziata non è soltanto una necessità dettata dalle più recenti normative sulla raccolta dei rifiuti, è anche un atto di civiltà. La società moderna ci spinge a consumare molto e ad avere i conseguenti scarti.
La rivista “Altro consumo” tempo fa svolse un’indagine persino sul livello di ingombro delle scatole che racchiudono prodotti come cellulari, televisori ed elettrodomestici in genere.
A Soverato la raccolta differenziata “porta a porta” è partita recentemente e ad oggi, a due mesi di distanza, possiamo fare alcune riflessioni che non entrano certo nel merito della necessità dell’azione, ma su alcuni aspetti organizzativi.
Quello che vediamo, purtroppo, non è sempre edificante; l’ingresso dei condomini è affollato di ogni genere di bidoni da cui, talvolta, fuoriescono i rifiuti stessi. Se si tratta del “secco” poco male…, ma per l’umido il discorso cambia. Inoltre non tutti usano il mastello consegnato dal gestore della raccolta (codificato), così le buste fanno “bella” mostra di sè. Buste che tra l’altro spesso vediamo attaccate alle inferriate delle abitazioni regalando una scena alquanto opprimente. Può sembrare una osservazione effimera, ma l’aspetto estetico delle vie della città è parecchio compromesso. Ci sarebbero i contenitori condominiali, ma non ci sembra siano molto utilizzati anche perchè andrebbero posti negli androni dei palazzi e ciò renderebbe tecnicamente più complicata o lenta la raccolta.
C’è poi un altro aspetto, che potrebbe anch’esso apparire fatuo, ma che tutto sommato ha una sua base di realtà: la necessità di usare buste trasparenti mette in discussione la privacy del cittadino, la cui spazzatura – parliamo del “secco” – appare in bella mostra. In fondo perchè a tutti deve essere evidente quali siano i giornali, le riviste che leggiamo o i documenti che buttiamo?
Soverato e tutto il suo litorale è un luogo molto ventilato e i bidoni rischiano di volare e creare danni, i sacchetti in bella vista sono poco eleganti, quindi tutto deve essere saldamente ancorato da qualche parte.
Probabilmente stiamo cercando il pelo nell’uovo, come si suol dire, però che alcuni aspetti di questa raccolta vadano rivisti o ripensati è il caso di dirlo!
Discorso a parte è l’educazione del cittadino: le buste gettate ai margini della strada sono un cattivo esempio dei singoli, non una responsabilità dell’amministrazione che però deve intervenire con controlli e sanzioni.
Forse varrebbe la pena stampare e regalare a tutti i cittadini un brevissimo racconto di Italo Calvino tratto da “Le città invisibili”. E’ interessante la descrizione di Leonia (sono tutte città immaginarie). Gli abitanti di Leonia si svegliano ogni mattina tra le lenzuola fresche, si lavano con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossano vestaglie nuove fiammanti (…). Poi, però…
Sui marciapiedi avviluppati in tetri sacchi di plastica, i resti della Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzaturaio (…). Così i rifiuti vengono buttati fuori dalla città e le altre città buttano i loro al punto che i confini delle stesse sono delineati da spazzatura. I confini delle città estranee (…) sono bastioni i cui detriti dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano.
Inevitabile domanda conclusiva: dove vanno a finire i rifiuti della nostra Leonia, nonchè quelli delle città limitrofe?
P.S.: chiunque abbia desiderio di leggere il brano di Italo Calvino non deve fare altro che cercare su internet “Leonia le città invisibili” e troverà l’intero testo. Una paginetta da leggere in 5 minuti… anche meno.
LA FOTO (SCATTATA NELLA SERATA DI IERI 28 LUGLIO 2016) DENOTA UN GRAVE INDICE DI INCIVILTA’
Rosy Urso