
I soldi della maxi rapina al caveau dell’istituto di vigilanza “Sicurtransport” di Catanzaro, avvenuta a dicembre 2016, avrebbero anche finanziato le famiglie della ‘ndrangheta. Il particolare emerge dall’operazione “Keleos”, condotta dalle squadre mobili di Catanzaro e Foggia.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro che si è avvalsa delle attività investigative condotte dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e dai poliziotti delle Squadre Mobili di Catanzaro e Foggia.
La rapina, messa in atto con metodi paramilitari dal gruppo di malviventi armati di mitra e forniti di sofisticate apparecchiature elettroniche, fruttò un bottino superiore ad 8 milioni di euro.
L’evento suscitò particolare allarme in quanto gli esecutori sfondarono con un potente mezzo cingolato i muri corazzati del caveau e bloccarono tutte le strade di accesso alla zona incendiando undici autovetture poste a sbarramento. Ai responsabili è stata contestata l’aggravante della metodologia mafiosa proprio perché una parte dei proventi è stata corrisposta alle famiglie di ‘ndrangheta che hanno influenza sulla zona.
Ecco i nomi degli arrestati:
MANCINO Mario di anni 41, pregiudicato di Cerignola
MANNOLO Dante di anni 42, imprenditore di Cutro (KR)
URSO Nilo di anni 41, imprenditore di Rossano (CS)
PASSALACQUA Giovanni alias “’U Gigliotti” di anni 52, pregiudicato di Catanzaro
PASSALACQUA Leonardo alias “Nanà” di anni 44, pregiudicato di Catanzaro
AMMIRATO Cesare di anni 69, imprenditore di Catanzaro
TASSONE Massimiliano di anni 49, dipendente della Sicurtransport, di Catanzaro.