Nella prima mattinata odierna, la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza stanno dando esecuzione a un articolato provvedimento di fermo di indiziato di delitto della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei 18 soggetti appartenenti ai due principali clan di ‘ndrangheta operanti a Cosenza
e ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di omicidio, estorsione (tentata e consumata, vari episodi), porto e detenzione abusivi di arma (diversi episodi), ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, usura (diversi episodi), lesioni, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
Nelle prime ore della mattinata odierna la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri e
la Guardia di Finanza, hanno dato esecuzione ad un articolato provvedimento di fermo di
indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica Direzione Distrettuale
Antimafia di Catanzaro, nell’ambito del procedimento penale 430/19 RGNR DDA
(operazione denominata “TESTA DEL SERPENTE”) coordinato dal Proc. della
Repubblica dott. GRATTERI, dal Proc. Agg. dott. Vincenzo CAPOMOLLA e dal Sost. Proc.
dott. Camillo FALVO.
Il provvedimento di fermo riguarda i sottonotati 18 esponenti di vertice delle principali
organizzazioni criminali di tipo mafioso operanti a Cosenza (clan di ‘ndrangheta
LANZINO-RUA’-PATITUCCI, detto anche Clan degli ITALIANI, e clan degli ZINGARI o
gruppo ABBRUZZESE c.d Banana):
1. ABBRUZZESE Luigi, cl. 1985;
2. ABRUZZESE Antonio, cl. 1984;
3. ABBRUZZESE Marco, cl. 1990;
4. ABBRUZZESE Nicola, cl. 1988;
5. ABBRUZZESE Franco, cl. 1973;
6. MAROTTA Antonio, cl. 1979;
7. CASELLA Francesco, cl.1963;
8. BEVILACQUA Antonio, cl.1956;
9. COLASUONNO Antonio, cl. 1978;
10. ALUSHI Claudio, cl. 1996;
11. ATTENTO Adamo, cl. 1991;
12. PORCARO Roberto, cl.1984;
13. DRAGO Carlo, cl.1964;
14. DRAGO Giovanni, cl.1993;
15. TURBOLI Alberto, cl.1980;
16. TURBOLI Danilo, cl.1995;
17. D’ELIA Andrea, cl. 1992;
18. GERMANO Pasquale, cl. 1994,
ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di omicidio, estorsione (tentata e consumata),
nei confronti di numerosi titolari di attività commerciali ed imprenditoriali situate nel
cosentino, porto e detenzione illegali di numerose armi anche da guerra, reati in materia
di stupefacenti, usura in danno di imprenditori che versavano in stato di bisogno, lesioni.
Si tratta di condotte tutte poste in essere dagli indagati avvalendosi della forza di
intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento
ed omertà delle vittime, nonché al fine di agevolare la consorteria mafiosa riconducibile al
gruppo “Lanzino/Rua’/Patitucci”, e al gruppo c. d. degli ZINGARI riferibile alla famiglia
ABBRUZZESE alias BANANA.