Una pagina pubblicitaria che rischia di danneggiare la Calabria e avere effetti negativi sul turismo in regione – dichiara CODACONS
Selvaggia Lucarelli e quella orribile pubblicità sulla Calabria: “Fatta da peracottari”
Non è la prima volta che la pubblicità per promuovere le bellezze della Calabria scateni critiche e un mare di polemiche, come quella apparsa in questi giorni sulla rivista di bordo della compagnia aerea Ryanair, e che ora finirà sul tavolo della Corte dei Conti della Calabria.
Il Codacons, infatti, dopo le critiche apparse sul web anche ad opera della famosa blogger Selvaggia Lucarelli, ha deciso di denunciare la pubblicità alla magistratura contabile, chiedendo di aprire una indagine per verificare se la pagina sia stata pagata dalla Regione Calabria e, in tal caso, quanto abbia speso l’amministrazione per commissionare e pubblicare una pubblicità realizzata in modo approssimativo e superficiale, che rischia di danneggiare seriamente il turismo locale.
All’interno del messaggio pubblicitario – spiega l’associazione – compare la foto di una spiaggia dove alcuni bagnanti prendono il sole: uno di questi appare ripreso di spalle con le natiche che fuoriescono dal costume.
Nella stessa immagine un bellissimo scoglio viene utilizzato come guardaroba, con tanto di teli da mare e ciabatte parcheggiate sulla sua superficie.
Non solo, la foto è accompagnata da una scritta contenente pacchiani errori di battitura: “Interventi per la promozione e la competitività del sistema aeroportualer calabrese”.
Il titolo grande della pubblicità “Calabria…. un altro paradiso”, inoltre, è in un triste carattere “arial”, nemmeno centrato rispetto alla pagina e senza la maiuscola dopo i puntini di sospensione.
Questa pagina pubblicitaria rischia di fornire una immagine distorta della Calabria e delle bellezze del territorio, a danno del turismo locale – prosegue il Codacons – Non sappiamo chi l’abbia realizzata e quanto sia costata, ma chiediamo oggi il suo ritiro immediato da ogni rivista o testata e con un esposto alla Corte dei Conti invitiamo la magistratura contabile a verificare chi abbia pagato il messaggio, quale società lo abbia realizzato e, qualora sia stato pagato con i soldi dei cittadini calabresi, chiediamo che venga disposto l’immediato recupero delle risorse spese.