Le gestioni commissariali hanno rappresentato un fallimento per la Calabria e i danni ricadono tutti sui calabresi.
E’ noto il fallimento delle gestioni commissariali per i rifiuti, la depurazione, la sanità in solido con il governo regionale, ed è incomprensibile l’inerzia della Regione sul ciclo integrato del servizio idrico che, a poche settimane dalle elezioni politiche, rischia di essere commissariato se non si ottempera alle richieste del Ministero dell’Ambiente. Il 20 febbraio scade la diffida inviata dal direttore generale del ministero che richiama la Regione al rispetto delle norme nazionali e regionali a 23 anni dalla legge Galli.
Il presidente della Regione Mario Oliverio, lo scorso anno, in occasione dell’approvazione della legge che ha istituito l’Autorità Idrica Calabrese, aveva annunciato che entro gennaio ci sarebbe stato un consiglio regionale ad hoc per mettere ordine nel sistema. E’ passato un anno e nulla è stato fatto. Nella lettera di diffida dal ministero fanno notare che bisogna rendere operativo l’Ente d’Ambito unico regionale istituito nel 2011 e individuare il servizio al soggetto gestore. Non è prioritario per il Ministero che l’AIC sia subito operativa.
Non si comprende lo stallo sul destino della Sorical, in liquidazione dal 2012, con la gestione in continuità, da due anni con bilanci in attivo e con circa 200 milioni di crediti da incassare dai Comuni. Lo stesso presidente Oliverio, in dibattiti pubblici, ha auspicato una gestione pubblica tra Regione e Comuni. Se non ha cambiato faccia un primo passo: chieda subito una seduta del consiglio regionale per procedere alla pubblicizzazione di Sorical e coinvolga i Comuni nella riorganizzazione e gestione della nuova società.
Faccia quello che altre Regioni hanno fatto 15 anni fa e recuperi il tempo perduto. Con l’attuale sistema si rischia nei prossimi anni di non garantire più il servizio idrico ai calabresi per assenza di investimenti sulle reti e sulla depurazione si rischia di pagare pesanti sanzioni all’Unione Europea.