
La decisione tanto attesa è finalmente arrivata. Il Tar Calabria ha sancito l’esclusione dal consiglio regionale di Giuseppe Mangialavori, eletto con la Casa delle Libertà. Farà posto a Wanda Ferro, la candidata alla presidenza Regione del centrodestra alle elezioni del 2014.
Si salva, dunque, Ennio Morrone, l’esponente di Forza Italia in ballottaggio con Mangialavori per far spazio alla pasionaria della destra calabrese. E d’altronde non c’era nessun dubbio, in tal senso, dopo la sentenza della Corte costituzionale sulla legittimità della legge elettorale calabrese riformata sul finire della scorsa legislatura.
La sentenza emessa dalla Consulta il 22 novembre scorso (presidente Paolo Grossi, redattore Giuliano Amato, cancelliere Roberto Milana) ha sancito l’illegittimità di quella parte della legge regionale che impediva al miglior candidato presidente sconfitto di ottenere un seggio a Palazzo Campanella.
«Il Tar della Calabria ha dichiarato la mia decadenza dalla carica di consigliere regionale. Il mio posto sarà occupato da Wanda Ferro alla quale auguro un proficuo lavoro ricco di positivi e fecondi risultati politici e amministrativi».
E’ questo il tenore delle prime parole dell’ormai ex consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. «Il primo pensiero – aggiunge il politico vibonese in un post su Facebook – è rivolto ai miei elettori e ai tanti amici che hanno seguito le mie iniziative di questi due anni al servizio della politica regionale. È proprio da loro – scrive Mangialavori che ho tratto la linfa vitale per portare avanti battaglie e proposte orientate da un solo obiettivo: offrire un contributo per una Calabria migliore, più libera, moderna ed emancipata da ogni necessità. Indipendentemente dal mio futuro ruolo, continuerò ad osservare le dinamiche politiche calabresi e ad impegnarmi per renderle più coerenti con le ragioni della crescita e dello sviluppo della comunità calabrese».
Il coordinatore provinciale di Forza Italia aggiunge: «in questa esperienza ho avuto modo di constatare le mille tante difficoltà che impediscono a questa regione di superare le criticità urgenti e profonde. E ciò ha rafforzato la mia idea di quanto sia necessario stimolare il senso della partecipazione politica e correlare il soddisfacimento dei diritti all’inderogabilità dei doveri. Questa terra ha problemi immensi. Ma ha anche risorse significative. I primi non potranno mai scoraggiare gli animi coraggiosi; per essere superati hanno bisogno di raziocinio e tenacia. Le seconde per affermarsi vanno (realmente) ancorate al merito, unico mezzo per eliminare privilegi, intolleranza e sopraffazione».
E, ancora, «sono consapevole di non essere riuscito a centrare tutti i risultati sperati. E ciò anche per la modestia temporale del mandato. Posso comunque assicurare che non ho lesinato energie e ciò mi rende decisamente fiero. Perché nulla – ha chiosato – mi rende così orgoglioso della consapevolezza di avere operato per la crescita della comunità d’appartenenza».
Infine «un ringraziamento anche al mio legale di fiducia, Stefano Luciano per essersi impegnato con estrema professionalità nella mia difesa giudiziaria» e un ultimo pensiero «rivolto alla Calabria e ai calabresi. Ho perseguito l’obiettivo della verità incessantemente. Orgoglioso di avere conosciuto e incontrato molti calabresi disposti ad ascoltarla ed a sostenerla».