Per il ritorno della scuola in presenza, la nostra città può utilizzare il suo grande patrimonio di aree verdi e strutture grandi inutilizzate
Purtroppo in questi ultimi mesi dappertutto, e inevitabilmente anche a Lamezia, il dibattito pubblico si è focalizzato sul tema scuole in presenza o scuole in DAD. Come spesso accade purtroppo la discussione è stata estremizzata e radicalizzata fino al punto da creare due vere e proprie fazioni come se ci fosse una partita all’ultimo sangue in cui qualcuno deve vincere e qualcuno deve perdere.
Dimenticando che in questo momento stiamo perdendo tutti. Oggi però a mio giudizio ci troviamo di fronte ad un’occasione unica per capire chi sta veramente dalla parte della scuola e dei nostri figli che sono il patrimonio più grande da tutelare. E’ stato ormai scientificamente provato che il rischio di contagio, al di là delle mascherine e del distanziamento, aumenta esponenzialmente quando si sta per molte ore nello stesso ambiente e in luoghi chiusi: come accade esattamente all’interno delle scuole.
Con la chiusura degli istituti per le vacanze pasquali bisogna lanciare una grande sfida culturale da concretizzare, con un’adeguata programmazione, il più presto possibile. Se non subito dopo Pasqua, almeno nel mese di maggio.
Con l’arrivo della bella stagione, del sole e delle temperature primaverili, il patrimonio di parchi, aree verdi e strutture presenti nella nostra città ci dà l’occasione di pensare a un finale di anno scolastico che sia veramente indimenticabile per i nostri figli: e non per il COVID ma per un’esperienza didattica unica da ricordare per sempre.
Sono già tante le esperienze sparse per la penisola di scuole che sfruttano l’arrivo della primavera per “ridisegnare” la didattica con spazi alternativi alle aule, per fare scuola in modo sicuro rispetto al Covid. Tanti i benefici per i bambini: meno stress, più concentrazione, miglior rendimento scolastico, maggior benessere psicofisico, conoscenza e rispetto dell’ambiente.
La nostra città presenta la fortuna di avere parchi e polmoni verdi proprio in prossimità delle scuole: pensiamo al parco Peppino Impastato attaccato alla scuola Don Bosco o al parco Felice Mastroianni nei pressi della Manzoni o ancora al Parco Gancia nelle vicinanze della Borrello giusto per fare qualche esempio. E ancora pensiamo a strutture importanti e grandi non utilizzate come il Museo della Memoria e gli spazi ex CISIA a Sambiase. Per non dire di oratori e cortili.
E perchè no teatri e strutture sportive. Certo non è una cosa semplice da realizzare ma che richiede grande fatica e lavoro. E allora la sfida è proprio questa. C’è bisogno di una vera e propria mobilitazione civile che veda tutti coinvolti: dalle istituzioni alle famiglie, dalla chiesa alle associazioni di volontariato e al terzo settore.
Un ruolo guida deve essere certamente svolto dalle istituzioni preposte: a partire dall’amministrazione comunale ai dirigenti scolastici e ai docenti che in questo momento devono pensare anche a una scuola dalla grande funzione sociale che, andando anche oltre la programmazione ordinaria, faccia tornare il sorriso e l’entusiasmo ai nostri bambini e ragazzi.
Ma fondamentale anche il ruolo dell’ associazionismo e del terzo settore che in questa città sono stati sempre una grandissima risorsa e che in questo momento potrebbero mettere al servizio delle scuole competenze, passione e soprattutto attività di animazione. E ancora pensiamo al ruolo che possono svolgere la chiesa, le parrocchie e gli oratori con la loro organizzazione e i loro spazi.
E ultime, ma certamente non per importanza, le famiglie che devono essere linfa vitale per trasmettere entusiasmo collaborando con tutti gli altri soggetti e buttando anche il cuore oltre l’ostacolo. Magari non sarà concretizzabile in tutti gli istituti, ma in molte scuole cittadine sì. Magari non si riuscirà a farlo per un mese intero ma per alcune settimane sì.
Intendiamoci non si tratta assolutamente di una cosa semplice, ma è venuto il momento di vedere chi è bravo solo a scrivere e sputare sentenze dietro uno schermo di un pc, di un tablet o di uno smartphone e chi vuole fare veramente crescere questa comunità. Ognuno può dare un piccolo contributo e aiuto, ma tutti insieme possiamo costruire un’esperienza che faccia di Lamezia un esempio positivo di scuola, didattica, socializzazione ed inclusione che parli all’intero Paese.
Rosario Piccioni (Lamezia Bene Comune)